Come coniugare le passioni per la bici e gli 'osei'' Basta avere nello zainetto un binocolo e una guida ornitologica e tenere i sensi all'erta: occhi per sagome, penne, piume e becchi, tipo di volo, orecchie per i versi.
Cronaca di una domenica d'inverno. Poco prima delle 9 parto da casa: perso il treno per la Bassa, non mi resta che la bici per essere a San Pietro in Valle per una riunione WWF: via di corsa lungo la statale 11.Prima di Buttapietra, mi colpisce il blu elettrico e il volo radente sul Menago di un martin pescatore. Dopo la Pellegrina ecco i primi 'nocivi': una gazza atterra su un tetto. Poco prima di Gazzo, tiro il segon: arrivo a San Pietro alle 10.40.
Finita la riunione, decido di seguire la Via Claudia Augusta, tabellata da qualche anno e che raggiunge Augusta Vindelicum (Augsburg) attraverso il Passo di Resia. Dal prato accanto allo sterrato svola via un oggetto non identificato. Potrebbe essere un picchio: troppo veloce per il binocolo.
Arrivo sulla strada per Bonferraro: sui fili un gheppio consuma l'orrido pasto. Poi una gallinella d'acqua sbuca dal folto di un tifeto. Ma la sorpresa mi aspetta dopo la curva di Torre Masino: un gufo se ne sta in posa su un cartello stradale. Lo saluto con un: "Ciao vecio, come vala?"
Lui mi risponde volando via placidamente, poco più in là. Alla curva di entrata in Pontepossero, noto un gruppo diardeidi. Mi fermo ad osservarli, scappano ma li piglio con il binocolo. Sono due aironi cenerini, due aironi guardabuoi e un airone bianco maggiore. Sono abbastanza soddisfatto.
Arrivo a Erbè e vado a perlustrare il parco dei due Tioni ma non riesco a scovare nulla . Incontro l'amico Ernesto Cavallini, anche lui presente alla riunione di San Pietro: ci scambiamo le osservazioni "Ghe l'ho, ghe l'ho. Manca!" Gli manca il gufo. "Allora", mi fa, " ti porto io a vederne … qualcuno".
Andiamo alla scuola materna, dove c'è un noto posatoio. Ne contiamo cinque. Ci guardano, ci squadrano ed Ernesto spara foto a raffica. Ci lasciamo. Prima di Isola, sette pavoncelle se ne stanno a lato della strada. Proseguo per il Vò Pindemonte: suggestiva la tavola della pianura al cospetto delle montagne innevate. Sembra di essere a Novara, di fronte al Rosa.
Giro per Campagnamagra: ancora i famigerati nocivi: gazze e cornacchie grigie. Infine arrivo a Verona dove mi accompagna il canto di cinciallegre, verdoni e verzellini, all'Arsenale. 105 km.
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