"La caduta delle foglie" chiude la rassegna "Esordi e visioni"
Giurgocistve" (La caduta delle foglie) di Otar Iosseliani, fu il filmrivelazione della Settimana della critica di Cannes nel '68, un film
che sconvolse anche il movimento del maggio francese che sulla
Croisette boicottava il Festival. Il georgiano Iosseliani lo aveva
girato nel 1966, era il suo primo lungometraggio, una "riflessione
insieme ironica e seria sull'onestà morale e il carrierismo
opportunista … suscitò evidentemente la collera dei burocrati: niente
eroe positivo, niente moralismo sociale" come scrisse Marcel Martin.
Nell'Unione Sovietica del 1966 con un bianco e nero strepitoso egli
aveva richiamato l'attenzione sul bisogno dell'onestà in un mondo
segnato da altri valori, dove il produrre per produrre era la
necessità, un mondo che è brutalmente specchio del nostro.
Ambientato nel mondo del vino parla della sofisticazione programmata, della
mancanza di rispetto verso il pubblico che comprerà quel vino, che lo
berrà, magari in un'occasione felice. "Il suo significato - dice
Iosseliani - è quello della trasmissione ai tuoi discendenti dei frutti
del tuo lavoro, dello sforzo di rendere il mondo migliore e più bello.
Si deve vivere vicino alla terra e lavorare duro. Si deve amare con
forza e lavorare con gioia. Questo è quel che è la vita".
Raro da vedere in Italia, il film sarà presentato questo lunedì 26 gennaio,
alle ore 21, alla Biblioteca B. Montresor, all'interno dell'ex caserma
Passalacqua, e chiuderà la rassegna "Esordi e Visioni" coordinata dal
Cineclub Verona. L'ingresso è libero.