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Consiglio dei Ministri del 26 ottobre 2012
SCHEMA DI DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONCERNENTE REGOLAMENTO RECANTE DISCIPLINA DELL'UTILIZZO DI COMBUSTIBILI SOLIDI SECONDARI (CSS), IN PARZIALE SOSTITUZIONE DI COMBUSTIBILI FOSSILI TRADIZIONALI, IN CEMENTIFICI SOGGETTI AL REGIME DELL'AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE, AI SENSI DELL'ARTICOLO 214, COMMA 11, DEL DECRETO LEGISLATIVO 3 APRILE 2006, N. 152, E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI.
La proposta di regolazione all'esame si propone di istituire uno speciale regime giuridico per l'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS) di cui all'art. 183, comma 1, lett. cc), del citato decreto legislativo n.152 del 2006 in impianti di produzione di cemento a ciclo completo.
Infatti, è previsto che l'utilizzazione del CSS presso una definita categoria di impianti possa essere autorizzata attraverso una procedura semplificata stabilendo le condizioni attraverso cui (articolo 3) l'utilizzo del CSS, in parziale sostituzione dei combustibili fossili tradizionali, costituisce, "ad ogni effetto", modifica non sostanziale.
L'accorpamento, integrazione ed eliminazione delle duplicazioni procedimentali, in coerenza con la funzione promozionale che le attribuisce il legislatore, non produce costi istruttori aggiuntivi per le amministrazioni procedenti. Piuttosto, l'utilizzazione dei CSS a fini energetici comporterà vantaggi al sistema economico, in quanto:
- costituisce una riserva energetica aggiuntiva rispetto a quelle attualmente disponibili
- riducendo la massa di rifiuti destinati allo smaltimento consente risparmi in termini di consumo di risorse naturali e degli oneri di bonifica derivanti dallo sversamento in discarica.
Erano alcuni anni che i cementieri cercavano, in tutti i modi, di ottenere il via libera -e magari una pacca sulla spalla- in merito alla loro idea di "sostituzione" di combustibili tradizionali con combustibili "alternativi".
Al ministro Corrado Clini, che muove in difesa dei cementieri, vogliamo ricordare:
- Che la sostituzione con i rifiuti dei combustibili è sì un bisogno impellente, ma non per il ciclo dei rifiuti in Italia: serve solo a un'industria in crisi che non vuole, né sa, risolvere un problema di sovrapproduzione.
- Che questo processo di "trasformazione" di rifiuti urbani in rifiuti speciali finirà, inoltre, con penalizzare quelle amministrazioni virtuose che -investendo sulla raccolta porta a porta e su metodi alternativi all'incenerimento per il trattamento dei rifiuti residui- hanno ridotto la produzione pro capite di rifiuti.
- C'è, infine, un aspetto non indifferente, legato alla emissioni e ai rischi per la salute.
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