Il Tribunale di Vicenza ha assolto Alberto Sperotto, presidente del comitato contro il traforo delle Torricelle, dall'accusa di diffamazione rivoltagli dal sindaco di Verona, Flavio Tosi, al quale evidentemente l'aria di Vicenza non fa bene.
- Quando e perchè sei stato denunciato da Tosi?Le denunce, per quanto mi è dato sapere, sono due.
La prima per aver evidenziato un brutto stile da parte del sindaco quando si è espresso a favore di una cordata, quella di Technital, di cui fa parte anche Mazzi, che ha finanziato la campagna elettorale di Tosi. Il sindaco aveva detto testualmente: "o Technital o crisi". Io dichiarai allora che sarebbe stato opportuno che si fosse astenuto, insieme agli altri aderenti alla sua lista, dall'esprimere pareri e dal partecipare ad atti decisionali in riferimento alla scelta del vincitore della gara per il passante nord.
La seconda, per la quale sono stato giudicato e assolto, per aver dichiarato nella sostanza che già si sapeva chi avrebbe vinto, perché Technital significa Mazzi, che è anche l'azienda già scelta dal Comune per costruire il centro commerciale con le due torri alle ex cartiere.
- Quanto è durato il processo?
La denuncia risale al 2009 e si è conclusa ieri: 3 anni e mezzo.
- Chi ha sostenuto le spese di Tosi e come hai fatto fronte alle tue spese?
Nonostante il Comune abbia una propria avvocatura, nelle ultime udienze Tosi ha incaricato anche un avvocato esterno. Per quanto riguarda le mie eventuali spese per la difesa, saranno sostenute dal comitato che sempre, quando c'è stato bisogno, è stato capace di attivare azioni di autofinanziamento. Va detto che, comunque, nel comitato tutti dedicano il proprio tempo in forma volontaria.
- Quale è stata la sentenza?
Assoluzione piena,
- Quando si festeggia?
Il 6 gennaio, alla casetta di San Rocco: le "falie" ci hanno sempre dato ragione!
Complimenti a tutti, all'imputato assolto, agli avvocati e ai sostenitori.
Tornare con le pive nel sacco: Il termine pive indica vari strumenti a fiato come il piffero, lo zufolo e la cornamusa. Il detto deriva dall'antica usanza militare di suonare la tromba o la cornamusa durante le marce di trionfo dopo una vittoria. In caso di sconfitta l'esercito si ritirava invece in silenzio, senza suonare gli strumenti musicali, che rimanevano chiusi negli appositi sacchi di custodia oppure negli zaini dei soldati.