Nulla di nuovo sotto la luce del sole: da sempre a Verona i giovani di buona famiglia vengono allevati nel solco della tradizione fascista all'insegna del motto: Dio, Patria e Famiglia.
Numerose di queste famiglie tengono ancora in salotto i simulacri del ventennio e non fanno mistero di un certo revanscismo tinto di simpatie autoritarie. I figli succhiano questa "cultura" con il latte materno e fin da piccoli si intruppano in squadre e squadriglie ben organizzate e controllate da adulti con alle spalle una lunga esperienza di spranghe, caserme e manganelli. La Rosa dei venti non aveva niente a che fare con la meteorologia.
La tifoseria dell'Hellas è da sempre uno degli ambienti di riferimento per questi baldi giovani, ma ci sono numerosi altri contesti in cui i nostri possono esprimere tutta la loro esuberanza. Si va dai gruppi musicali (i Gesta Bellica di Miglioranzi in primis), al Blocco studentesco, al circolo di Casa Pound, fino alle formazioni politiche più esplicite, come Forza nuova, che alle ultime elezioni ha presentato ben due liste.
Inutile rifare il lungo elenco delle loro eroiche imprese, una scia di sangue e di morte e che ha attraversato negli ultimi quarant'anni mezza Italia, spesso con la protezione di importanti esponenti politici e di frange deviate dello Stato.
Il panorama politico veronese offre uno spaccato ricchissimo di questo mondo, in tutte le sue varianti e gradazioni. Molti personaggi politici che attualmente governano la città escono da questi ambienti e il sindaco in persona ha ripetutamente manifestato la propria simpatia ai movimenti dell'estrema destra e ai singoli esponenti, anche in occasioni in cui la sua figura istituzionale avrebbe richiesto un maggior riserbo.
"Sono dei bravi ragazzi" è l' espressione usata dal sindaco per qualificare gli assassini di Tommasoli*, prima di varcare le porte del carcere per portare loro la propria solidarietà e il proprio sostegno. In effetti la sentenza di primo grado fu molto lieve, rispetto alle pesantissime accuse.
Il dott. Iaccarino, riferendosi ai quattro giovani dell'estrema destra arrestati per l'aggressione avvenuta lo scorso luglio a Castelnuovo, ha giustamente dichiarato: "Andavano fermati". Si, prima che finiscano ai vertici di una delle Aziende Pubbliche controllate dal Sindaco, come è già successo con Miglioranzi, attuale presidente di Amia.
* La vicenda cui si fa riferimento è precedente, ma del tutto analoga. Si tratta dell'arresto nel 2005 di cinque estremisti di destra accusati di aver accoltellato due ragazzi.
Dal Corriere del 7 maggio 2008:
Quella volta Tosi, che era assessore regionale alla sanità, si era recato nel carcere veronese di Montorio a far visita a cinque giovani di estrema destra arrestati per aver pestato e accoltellato "con forze assolutamente impari, per futili motivi e con lesioni gravi", due giovani di sinistra, simpatizzanti del centro sociale "La chimica". Tosi, che era accompagnato dal parlamentare leghista Federico Bricolo e dall'esponente veronese della Fiamma Tricolore Andrea Miglioranzi, già leader del gruppo nazi-rock dei "Gesta Bellica" e oggi capogruppo al Comune della Lista Tosi, usò parole "molto più morbide" verso gli aggressori che poi patteggiarono una condanna a un anno e mezzo di carcere. Per i cinque, che erano detenuti da due mesi, Tosi, uscendo dalla prigione, disse che per quel tipo di reato "due mesi di carcere sono eccessivi", e che i cinque neofascisti stavano ricevendo "un trattamento troppo severo" da parte della magistratura veronese "che ha una procura di sinistra".