Il gigante social punta a monopolizzare le transazioni tra privati. Un'iniziativa dal basso parte con una raccolta fondi per cercare di contrastarlo.
Sul sito bije.it l'associazione sardo-veronese Bije, che da anni lavora su un sistema di pagamenti gratuito e paritario, chiama a raccolta tutti i sostenitori di un'internet libera, per costruire un sistema di pagamenti indipendente nel momento in cui Facebook minaccia di monopolizzare gli scambi sul web.La portata dell'annuncio di Facebook di diventare intermediatore finanziario non è sfuggita agli amanti della libera Rete: ogni utente del discusso social network potrebbe avere tra breve un vero e proprio borsellino virtuale, con cui pagare piccole somme ad altri intestatari di account Facebook.
La comodità del servizio e il suo presumibile costo basso potrebbero rendere questo sistema infestante, rafforzando la già pericolosa posizione del gigante del web. Bije, che promuove da tempo un'iniziativa no-profit speculare a quella di Facebook, ha attivato una campagna di crowdfunding, ma chiede soprattutto collaborazioni e sostegno. Chi fosse interessato, può contattarli all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La mossa del social network va a riempire un buco nella rete che da tempo è stato evidenziato: "Da oltre 10 anni denunciamo la mono-direzionalità dei flussi dei pagamenti dal privato all'azienda, e sosteniamo la necessità di creare flussi bi-direzionali (appunto biiettivi)," dice Danilo Moi, responsabile tecnico dell'associazione Bije, "Questo potrebbe sconvolgere in positivo l'economia, impedendo l'eccessivo squilibrio di ricchezza e potere."
Ora sembrerebbe che le difficoltà tecniche di allora siano state del tutto superate: "Già da un paio di anni siamo al lavoro su un sistema gratuito e bi-direzionale," continua Moi. "Ora l'ingresso di Facebook a gamba tesa sconvolge i nostri piani."
Ma che qualcuno, ben munito di capitali e tecnologia, vada a riempire questo buco, non è positivo? "Tutt'altro," ribatte Moi. "In realtà far gestire le microtransazioni biiettive a un operatore così influente e discutibile rappresenta una vera tragedia. In questa maniera non potranno che essere monopolizzate, trivializzate e monetizzate in maniera subdola."
"Facebook," prosegue Moi, "è la distopia divenuta realtà: la promessa di internet come strumento di libertà ed autodeterminazione, di discorso corale, si è trasformata nel suo esatto opposto, la negazione dell'individuo, dell'eccellenza, dell'estro, in un gigantesco chiacchiericcio."
"Le microtransazioni su facebook, saremo banali, seguiranno i paradigmi che sottendono questo chiacchiericcio: l'individuo come numero e target pubblicitario." La bidirezionalità delle transazioni, secondo Moi, avrebbe un prezzo esagerato.
Cosa possiamo fare per fermare questa distopia? "Sostenere e unirsi con chi sta lottando, non da ieri, per un sistema di questo tipo. Bije.it lavora per la creazione di una piattaforma di pagamenti libera e gratuita, senza padroni e senza oscuri meccanismi pubblicitari," conclude Moi.