Il progetto iniziale dei Sentieri della fede si incardinava su 7 antiche chiese/pievi della Valpolicella. Poteva essere una occasione storica per realizzare il restauro della Pieve di San Pietro di Torbe (XII secolo), uno dei gioielli dell'architettura romanica e invece la regione Veneto e i comuni della Valpolicella buttano al vento un milione e mezzo di euro per una serie di interventi che lascieranno esattamente il tempo che trovano.

Il progetto iniziale è del 2012, riguarda i comuni di Marano, Fumane, Negrar, San Pietro in Cariano, Sant'Ambrogio ed è incardinato  su 7 chiese delle Valpolicella:

Marano: Chiesa di Santa Maria di Valleverde – XVII sec.

Fumane: Chiesa Vecchia di Cavalo - XIV secolo; Chiesa di Santa Maria del Degnano – XV secolo.

Negrar: Chiesetta di San Pietro, a Torbe – XII secolo.

Sant'Ambrogio: Pieve di San Giorgio VIII – XI secolo; Oratorio di San Zeno in Poia, XII secolo.

San Pietro in Cariano: Pieve di San Floriano, X secolo.

Gli obbiettivi del progetto erano:

- l'individuazione del sistema dei percorsi connessi ai luoghi della fede, sulle tracce della strada romana Claudia Augusta padana;

- riqualificazione dei siti più antichi legati alla prima fase di evangelizzazione della Valpolicella;

- la segnalazione e la fruizione della rete dei siti archeologici, testimoni della presenza umana, in relazione all'avvio delle prime attività economiche tra le quali la coltivazione della vite, che rappresenta uno dei caratteri dominanti del paesaggio attuale della Valpolicella.

- la rimozione degli elementi incongrui e detrattori del paesaggio, soprattutto nel caso siano conseguenti ad opere eseguite in difformità alla disciplina urbanistico-edilizia.

Il procedimento è stato gestito da Andrea Bassi (Lega Nord), Sergio Cristini (tecnico del Comune di San Pietro Incariano), Riccardo Stevanoni (architetto) e dai sindaci dei comuni della Valpolicella.

La pieve romanica di San Pietro di Torbe è in stato di grave abbandono da decenni:

Nella relazione istruttoria al progetto del 16 luglio 2013 la Pieve di Torbe c'è ancora:

Comune di Negrar:

- Sentiero Marano Torbe;

- Pulizia dei cigli nella discesa per Torbe;

- Messa in sicurezza della parte franata sopra le grotte con tronchi e riporto di terra;

- Restauro della Edicola della Madonna del Rosario a Torbe;

- Restauro Croce;

- Restauro Chiesa San Pietro di Torbe;

- Restauro del Sacello della Madonna del Rosario.

Nel progetto definitivo il restauro della Pieve non c'è più. Al suo posto ci sono una serie di piccoli interventi che vanno dalla pulizia dei cigli, alla messa in sicurezza delle frane, alla riparazione di edicole, croci e capitelli, per un importo di € 78.400,00 iva compresa.

Si noti bene che l'importo complessivo del progetto, diviso per i 5 comuni della Valpolicella, assegnerebbe circa € 300.000,00 ad ogni comune. Evidentemente si sono adottati metri e misure diverse. Tant'è vero che il comune di Fumane si vede assegnati € 312.859,00, S.P. Incariano la fa da padrone con € 478.853,00 (6 volte l'importo assegnato a Negrar), Sant'Ambrogio € 203.532,00, Marano € 151.272,00. Sommati insieme fanno € 1.224.916,00.

Ci sono poi € 255.850,00 di accantonamenti per: progettazione, interventi generici, grafica, stampa, promozione territoriale, ideazione e stampa del  logo, tabelle, cartelle e bacheche, bronzetti e incisioni su pietra e su legno.

Analizzando gli interventi distribuiti in maniera così diseguale sui 5 comuni si scoprono una miriade di piccoli interventi che hanno l'evidente scopo di distribuire a pioggia le risorse a disposizione: si va dal restauro di piccoli capitelli, alla pulizia di strade e sentieri, alla ricostruzione di strade, piazze, edifici, alle canalette di acqua piovane, agli orti di piante spontanee(!), ad alcune sistemazioni agrarie, alla tabellazione, alla ricomposizione di muri a secco, alla pulizia dei lavatoi,  all'inserimento di elementi di Land Art, alla sistemazione di arbusti, alla costruzione di staccionate.

Ha senso sparpagliare in questo modo le risorse anziché concentrale su alcuni interventi più significativi, capaci di durare nel tempo e di incidere significativamente sul tessuto storico-paesaggistico della Valpolicella?

Centinaia di migliaia di euro buttati in mille rivoli e una pieve del XII° secolo lasciata nell'incuria e nell'abbandono. E non si dica che la pieve sorge su proprietà privata, perché nel 2014 si possono fare le convenzioni pubblico-privato e comunque metà degli interventi previsti da questo progetto riguardano manufatti che appartengono a privati.

Io credo che gli amministratori attuali di Negrar dovrebbero fare tutto il possibile e anche l'impossibile per far dirottare una parte dei fondi previsti per altri interventi sul restauro di questo luogo di culto, che certamente supera per importanza e per urgenza molte delle altre iniziative, alcune delle quali non meritano neppure che se ne parli. Oltretutto la Pieve di Torbe potrebbe fungere a tutti gli effetti da luogo di culto, data la contiguità col cimitero.

Ultima considerazione: Zaia continua a lamentarsi che le regioni sono alla disperazione.

Una regione alla disperazione non butta via un milione e mezzo di euro in regalie e premi elettorali.

Per capirci bene, stiamo parlando di quasi 3 miliardi delle vecchie lire.

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