La girandola di posizioni espresse dal Pd veronese sulla riconferma del soprintendente voluto da Tosi esprime bene l'inconsistenza politica del Partito Democratico.
PRIMA DEL VOTOBertucco e Salemi, già nel dicembre 2014, si esprimevano così: "Noi non abbiamo dubbi in merito a un ruolo di vertice in Fondazione: indire un bando a partecipazione europea per consentire di uscire da logiche spartitorie di esclusiva appartenenza politica. All'Arena serve una ventata di aria fresca, capace di portare novità, competenza, inventiva, assoluta trasparenza nella gestione e, soprattutto, imparzialità e distanza da radicate incrostazioni amministrative e dirigenziali".
Salemi e Albertini, rispettivamente segretaria cittadina e segretario provinciale del Partito Democratico, in un comunicato stampa il 25 febbraio, in merito alla nomina del nuovo Sovrintendente della Fondazione Arena, così dichiaravano: "Il Partito Democratico di Verona esprime preoccupazione per le notizie di stampa secondo le quali si starebbe facendo strada l'ipotesi di una riconferma di Francesco Girondini quale Sovrintendente della Fondazione. Se queste voci venissero confermate, si rischia davvero di dover mettere una pietra tombale sopra la Fondazione".
IL VOTO
Dei cinque voti in palio, tre erano sicuri: quelli del sindaco Tosi, quello di Guidalberto di Canossa e quello di Sergio Cinquetti, già vicesindaco leghista di Negrar. Il quarto voto era un po' incerto: Massimo Ferro, indicato dalla Camera di Commercio ed ex parlamentare di Forza Italia, è spesso imprevedibile ed in passato ha avuto qualche screzio con Tosi. Il quinto voto, infine, era dato come sicuramente negativo: Alberto Mion, indicato dal ministro Dario Franceschini, già sindaco Pd di Negrar e in passato possibile candidato alla segreteria provinciale del Partito Democratico, ha invece votato assieme agli altri consiglieri.
DOPO IL VOTO
Michele Bertucco, è furibondo: "Sono profondamente sconcertato e amareggiato per la scelta di Mion – dice – perché in questi anni, come gruppo del Pd, abbiamo sempre evidenziato tutto quello che non andava in Fondazione. Ricordiamo la fallimentare esperienza del museo Amo, i problemi col personale, la gestione opaca e fallimentare di Arena Extra, il bilancio 2013 chiuso con un artificio contabile. Ragion per cui – conclude - credo che Mion abbia sbagliato nel voler dare continuità a una gestione fallimentare che ha messo in ginocchio la Fondazione". Il consigliere comunale Damiano Fermo tuona che "Mion non rappresenta il Pd ma solo il ministro Franceschini. Ad oggi non sappiamo ancora dalla Fondazione su quali poste può contare il bilancio preventivo 2014, visto che il 2013 si è chiuso in pari solo con un artificio contabile, che crea un credito virtuale da parte di Arena Extra, e con un contributo fittizio di 2 milioni di euro che il Comune non ha mai erogato e su cui perfino la società di revisione ha espresso dubbi, chiedendo urgenza di rientro tempestivo nei conti".
Vincenzo D'Arienzo rincara la dose: "Il voto a favore della riconferma di Girondini a Sovrintendente della Fondazione da parte del consigliere indicato dal Ministero dei Beni Culturali è nei fatti una paradossale inversione di tendenza rispetto a quanto finora sostenuto dal Partito Democratico di Verona a tutti i livelli, non solo amministrativo". E, facendo riferimento a Mion, conclude: "Proprio per questo faccio fatica a capire come sia possibile che il rappresentante del Governo Renzi possa aver votato a favore. Inspiegabile. Ha ricevuto disposizioni dal Ministero? Eppure, non mi risulta che il PD veronese abbia cambiato idea".
Ma i parlamentari Gianni Dal Moro, Alessia Rotta e Diego Zardini il giorno dopo virano di 360° con un comunicato stampa che sembra uscito dalla corte di Bisanzio:
"Conosciamo la competenza e la serietà di Alberto Mion" scrivono gli onorevoli deputati "e la sua presenza nel Consiglio di indirizzo è per tutti noi un punto di garanzia, oggi e domani. La sua è stata una nomina tecnica e non di appartenenza, soprattutto per la sua esperienza economico e finanziaria, ma questo non ci impedisce nella reciproca autonomia di assumere anche posizioni diverse. Il Sindaco ha ritenuto a suo giudizio di non procedere all'indicazione di una nuovo Sovrintendente, ma di riproporre nell'incarico l'uscente Francesco Girondini, nonostante che quest'ultimo avesse più volte dichiarato la volontà di non essere ricandidato, mettendo di fatto il Consiglio di indirizzo davanti ad una scelta obbligata. Non vogliamo sostituirci alle decisioni tecniche e degli amministratori del Consiglio di indirizzo, garantite dall'autonomia sancita dalla nuova legge e dal nuovo Statuto della Fondazione, art. 7 comma 2, che assicura agli stessi amministratori non solo l'autonomia rispetto al socio che li ha nominati, ma afferma anche che gli stessi amministratori non rappresentano chi li ha nominati; ma vogliamo sottolineare come la riconferma, che speriamo a tempo fino alla fine della prossima stagione, sia una scelta fatta con "l'acqua alla gola" che non assicura quel cambiamento da tempo richiesto dal partito democratico ".
POI IL SILENZIO
Il silenzio dei comunisti
di Vittorio Foa, Miriam Mafai, Alfredo Reichlin
"Se vogliamo che le cose migliorino dobbiamo pensare che possano migliorare; la scelta è fra un mondo di possibilità e un mondo di fallimenti".