Le Regioni italiane sono in ritardo sulle Zone Speciali di Conservazione ambientale (ZSC). E' il monito che la Commissione Ue rivolge all'Italia, che ha aperto nei suoi confronti come in quelli di altri stati membri ugualmente ritardatari una procedura d'infrazione per il mancato rispetto della direttiva Habitat.
In base alle direttive europee gli stati membri avevano l'obbligo di identificare i siti ambientali di interesse comunitario (Sic), che le Regioni a loro volta avevano l'obbligo entro sei anni di designare con zone speciali di conservazione (Zsc) e quindi procedere all'identificazione delle relative misure di tutela (Piani di conservazione).In Italia, però, questo è avvenuto solo per il 20% dei siti designati, lasciandone 'scoperti' circa 1.880 su 2.280, pari all'80%. Inoltre ci sono ancora 566 siti di interesse comunitario sprovvisti di misure di conservazione, mentre molti altri le hanno, ma senza la designazione completa di zone speciali di conservazione. Da qui la decisione di Bruxelles di inviare una lettera di messa in mora all'Italia.
www.ansa.it ...
Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La Direttiva 92/43/CEE, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, risale al 21 maggio 1992. Il termine ultimo per il recepimento negli Stati membri doveva essere il 10.6.1994. Il termine fu poi prorogato al 2004. Una volta ultimata la creazione della rete Natura 2000, la gestione dei siti designati sarebbe dovuta diventare l'azione prioritaria per la protezione della biodiversità nell'UE. eur-lex.europa.eu ...
La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC) oppure come Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
In estrema sintesi: il SIC è solo un primo passo per arrivare al ZSC, oppure al ZPS. Per arrivarci servono una serie di passaggi che prevedono il Piano ambientale e il Piano di gestione, cose che in Italia non sono quasi mai state fatte.
Il Piano Ambientale è lo studio particolareggiato del sito: geologia, geomorfologia, descrizione archeologica, architettonica e culturale, studio botanico, studio faunistico, analisi ed elenco delle specie viventi, ecc.
Il Piano di Gestione è uno strumento di pianificazione del territorio ricadente nel perimetro di un SIC e/o ZPS, finalizzato a tutelare il patrimonio naturalistico d'interesse comunitario (Direttiva Habitat e Direttiva Uccelli) in esso contenuto tenendo conto anche dei fattori socio-economici locali.
Nel 2013 dal ministero dell'Ambiente giungevano queste notizie: "Dopo la Valle d'Aosta stiamo finendo con le aree della Basilicata e del Trentino e siamo a buon punto con il Lazio". Perché si comincia dalla Valle d'Aosta? "I valdostani sono stati i più veloci nella definizione delle aree Zsc, nello stabilire le misure di conservazione, gli obblighi e i criteri di gestione".
La Regione Veneto non sta finanziando da anni queste misure e quindi i risultati stentano ad arrivare: è sufficiente visitare il sito della Regione per verificare che non c'è traccia né di ZSC né dei relativi piani di gestione: www.regione.veneto.it ...
Alcune regioni hanno provveduto a finanziare il costo dei Piani ambientali e dei Piani di gestione con finanziamenti LIFE.
L'associazione Il Carpino ha presentato il 27 aprile 2015 alla Regione Veneto, Ufficio Pianificazione e gestione enti parco regionali, una proposta di progetto LIFE finalizzato allo stesso obbiettivo (Proposta Progetto LIFE_20 aprile 27.04.15), ma fino ad ora non è stato possibile passare dalla proposta alla realizzazione.
l'Italia ha al momento 97 procedure d'infrazione aperte, di cui 75 per violazione del diritto Ue e 22 per il mancato recepimento delle direttive. A farla da padrone, le infrazioni in materia di ambiente, con 21 procedure in corso, poi i trasporti (12) e fiscalità e dogane e affari economici e finanziari (rispettivamente 8 e 7).
Foto: Funghi autunnali in Vajo Borago.