Dopo un autunno secco ed un inverno arido si prospetta una primavera avara di pioggia. Le piante mostrano già segni evidenti di sofferenza e con l'arrivo dell'estate la situazione potrebbe diventare seria anche per noi umani. Quali le criticità.
I cambiamenti climatici hanno comportato una serie di conseguenze molto complesse e difficili da valutare. Una delle conseguenze più evidenti e riconosciute è che si è rotto un equilibrio stagionale che durava da secoli: primavere piovose, estati calde e secche, autunni piovosi, inverni freddi con poche precipitazioni.Negli ultimi anni è cambiato tutto ed ogni anno è diverso dai precedenti, con alcune costanti: in Italia sono aumentati considerevolmente gli eventi estremi, con picchi di piovosità monsonica e con lunghi periodi di siccità.
Grafici con la pioggia caduta negli ultimi mesi a Verona: lucafazzi.altervista.org ...
"In base agli studi del CNR-ISAC, le temperature medie annuali in Italia sono cresciute negli ultimi due secoli di 1,7°C (pari a oltre 0,8°C per secolo), ma il contributo più rilevante a questo aumento è avvenuto in questi ultimi 50 anni, per i quali l'aumento è stato di circa 1,4°C (pari a circa 2,8°C per secolo). L'aumento della temperatura media registrato in Italia nelle ultime decadi è superiore a quello medio globale. In particolare, nel 2007 e 2008 le anomalie rispetto al trentennio 1961-1990 sono state rispettivamente +1,24 e +1,09°C, contro una media globale di 0,67 e 0,53°C (ISPRA, 2009)" agriregionieuropa.univpm.it ...
Nella nostra provincia l'acqua potabile viene fornita dal Lago di Garda, dal fiume Adige e dalla rete di falde acquifere alimentate a loro volta da bacini montani, dai fiumi e dal Lago.
La situazione del Lago di Garda è preoccupante, non tanto per il livello medio delle acque (attualmente 110 cm al di sopra dello zero idrometrico) quanto per il grado di inquinamento complessivo della più grande riserva idrica italiana.
Il Progetto Eulakes ha messo in evidenza alcune criticità:
In relazione alla massa d'acqua: "Considerando i volumi d'acqua in entrata nel lago e quelli in uscita attraverso il Mincio, il bilancio idrico risulta fortemente squilibrato, con deflussi che nell'ultimo decennio sono stati quasi il doppio degli afflussi (Sieghel, 2013a)".
In relazione al carico di fosforo: "Poiché il fosforo è essenzialmente l'elemento limitante della produttività biologica, le sue concentrazioni sono un buon indicatore del carico di nutrienti che arrivano nel bacino e dello stato trofico dei sistemi in esame. Attualmente i carichi di fosforo, 90% dei quali di origine agricola e 10% di derivazione fognaria urbana, presentano valori pari a 1921,4 tP anno".
In relazione alla funzionalità perilacuale: "Il 67% della linea di costa è risultato avere un giudizio di funzionalità pessimo, il 2% povero, il 23% moderato, il 3% buono, il 5% eccellente".
In relazione alla qualità dell'acqua: "Come riportato in precedenza, nel Lago di Garda c'è stato negli ultimi 40 anni un massiccio aumento della concentrazione di fosforo ed un concomitante cambio nella composizione della comunità algale, con un aumento dei cianobatteri. I cianobatteri hanno dimensioni microscopiche, ma possono generare aggregati visibili (bloom algali) che possono durare giorni o settimane. Si studia la risposta dei cianobatteri ai fenomeni di eutrofizzazione, il loro impatto sulle caratteristiche ambientali e qualitative di un lago e sulla salute umana. Le Microcistine sono le tossine più diffuse e vengono prodotte dalla maggior parte delle specie di Microcystis, da alcune specie di Anabaema e da Planktothrix agardhii- rubescens. Una prolungata esposizione degli esseri umani alle microcistine è in grado di produrre effetti anche gravi".
www.irea.cnr.it ...
www.europa.provincia.tn.it ...
Sulla quantità di acqua disponibile nel fiume Adige abbiamo letto ampi reportage sui quotidiani locali. Si direbbe che i livelli attuali non siano compatibili con il progetto di navigazione del fiume lanciato da alcuni politici locali.
Sulla qualità dell'acqua del fiume esistono solo studi datati. Sembra che negli ultimi 10 anni nessuno si sia preoccupato di studiare in maniera approfondita la qualità delle acque del 2° fiume italiano.
tesi.cab.unipd.it ...
www.museocivico.rovereto.tn.it ...
www.bacino-adige.it ...
Anche la condizione delle falde acquifere è nota, con casi di grave inquinamento da sostanze chimiche e da residui di pesticidi. E' anche noto che molte zone della nostra provincia non sono servite dall'acquedotto pubblico e che le indagini sulla qualità delle acque estratte dai pozzi privati sono affidate alla discrezionalità dei proprietari dei pozzi.
Quasi mai viene messa in evidenza la stretta relazione che esiste fra i diversi elementi della nostra rete idrica. Il caso dell'inquinamento da PFAS, prodotta da un'unica azienda, ha riguardato 31 comuni e 4 provincie. Una situazione di emergenza idrica causata da carenza di acqua o da inquinamento nel Lago di Garda potrebbe mettere in crisi l'intero comparto turistico benacense.
C'è anche un ulteriore fattore di rischio che è sempre stato sottovalutato. L'enorme espansione dei vigneti sulle colline della nostra provincia ha comportato una serie di conseguenze di carattere ambientale. La prima e la più grave è certamente è costituita dallo smodato impiego di pesticidi che vanno accumulandosi nel suolo, nelle acque superficiali e anche nelle acque profonde. Se non saremo capaci di invertire questa tendenza dovremo fare sempre più spesso i conti con gli effetti deleteri di questi principi attivi sui nostri organismi.
Della deturpazione del paesaggio abbiamo parlato più volte.
Ma c'è un ulteriore fattore di rischio: le centinaia di pozzi artesiani scavati per il fabbisogno idrico dei singoli vigneti, pozzi scavati senza bisogno di autorizzazione e quindi di fatto sconosciuti alle autorità. Ora, nel caso in cui le condizioni climatiche diventassero davvero critiche e il raccolto venisse compromesso dalla siccità, chi sarebbe in grado di controllare che i pozzi artesiani non rubino dalle falde le scarse riserve idriche a disposizione della collettività?