Adesso dobbiamo tutti osservare scrupolosamente le norme sanitarie, ma non dobbiamo farci ossessionare dal coronavirus.
E' importante guardare fuori e guardare avanti, anche ripensando a molti nostri comportamenti insensati.
E' il terremoto che suggerisce l'idea ad Abbas Kiarostami di girare il film "E la vita continua". Un terremoto nel 1990 ha devastato e ha fatto decina di migliaia di vittime nella regione del Gilan in Iran, proprio dove era stato girato "Dov'è la casa del mio amico?"."Nei miei film la morte e' spesso presente. - dice Kiarostami - Mi e' rimasta negli occhi dopo il terremoto del ' 90. I sopravvissuti stendevano teli sui cadaveri, quasi a coprire la morte, a cancellarla. Ma la vita, prepotente, spunta ovunque e, come dice un' altra poesia, di Omar Khayyam, va colta e gustata come una coppa di vino".
Morte e vita sono il filo conduttore del film e si mescolano: si pensa a ciò che è stato distrutto, a chi è si è perso, ma nello stesso tempo si guarda la vita che continuamente rinasce. "La verità è che questo disastro ci ha colpito come un lupo affamato che attacca un gregge di pecore, alcune le lacera con gli artigli, altre le risparmia", è un vecchio tra le tante persone che incontra nel viaggio, a parlare ed in lui trapela la disperazione, ma nello stesso tempo la rassegnazione ad un destino a cui non si può sfuggire.
Molto interessante questa conferenza di Telmo Pievani, professore di Filosofia delle scienze biologiche presso l'Università di Padova.
https://ilbolive.unipd.it/index.php/it/news/editoriale-coronavirus-evoluzione-epidemia
"I virus hanno degli avversari: la ricerca scientifica, l'igiene, il progresso sociale e la protezione ambientale. Dobbiamo capire la logica del virus, che è di tipo evolutivo".
E infine una poetica riflessione di Fabio Cortesi:
Evidentemente correvamo troppo
Verso dove non si sa.
Troppe cose
Divertimento, cioè altrove
Invece di stare
A casa. Oikos
Casa. Famiglia. Radice di ecologia.
Dal balcone la fioritura del pruno meno disturbata dal nostro ingombro
E uccelli che non guardano la televisione. Aria più pulita.
Ora tempo dilatato
E nulla da fare
Fermi.
Dopo aver messo in ordine
Cucinato e guardato negli armadi e nei cassetti
Per trovare troppo di inutile
E nulla da fare.
Stare
Si moriva anche prima, ma non si contavano i morti.
Il limite ci costituisce come la nostra storia ed il luogo nel quale siamo chiamati a vivere.
Evidentemente correvamo troppo, Greta.
Evidentemente correvamo troppo, Spirito che fai nuove tutte le cose
Tu che ci hai creati con occhi per la meraviglia dell'ordinario.
E potevamo andare a sbattere
Prima di esserci riconciliati con la natura della quale siamo parte
E con le persone, che nel distacco ritrovano valore.
Stare
E ritrovare un tempo perduto
E ritrovarsi
Con fatica
Perchè l'adrenalina non corre più nelle vene
Ed il corpo recupera sonno
E la mente silenzio
E nel silenzio, tutto.