Quando il tuo cofano esprime le tue insicurezze. Possedere una Tesla sembrava una battaglia ideologica, ma oggi è il simbolo del gran casino che è diventato il mondo occidentale.

È ufficialmente scoppiata la "guerra di adesivi" sulle Tesla, la berlina elettrica che fino a poco tempo fa rappresentava il futuro del pianeta e, adesso, pare essere diventata il tabellone pubblicitario delle nevrosi dei suoi proprietari. Tutto, ovviamente, ruota attorno a Elon Musk: genio o pirla? Lungimirante provocatore oppure una specie di supercattivo uscito da Alan Ford?

Capita la mattina: ti svegli, guardi la tua Tesla scintillante in garage, ti prepari il caffè e... improvvisamente realizzi che non stai combattendo contro il riscaldamento climatico. Non guidi il futuro radioso di un pianeta a impatto carbonico zero. Stai semplicemente arricchendo oltre ogni misura consentita Elon Musk, una sorta di Superciuk, il Robin Hood alla rovescia del fumetto italiano Alan Ford, che ruba ai poveri per donare ai ricchi del pianeta, soprattutto sé stesso e, perché no?, Donald Trump.

E qui scatta il panico. “Aiuto, devo fare qualcosa!” E così è nata la trovata più bislacca del secolo: gli adesivi anti-Musk. Sui cofani, sulle portiere, persino sui lunotti. Lo slogan più in voga? “L’ho comprata prima di sapere che Elon era fuori di testa”. La nostra auto da non è più solo un’auto, è il cartellone pubblicitario delle nostre ansie.

Il motore della rivolta è Matthew Hiller, un venditore di Etsy che si è reso conto che tra Musk e Trump, molti proprietari di Tesla stavano sudando freddo. "Non voglio essere visto come un ammiratore di Musk, lui è troppo... troppo Musk!”. Hiller, con tempismo imprenditoriale degno di Musk stesso, ha iniziato a vendere adesivi per dissociarsi pubblicamente da quell’uomo dai mille meme. Inizialmente ne piazzava una decina al giorno, ma dopo il sostegno dichiarato di Musk a Trump, le richieste sono esplose: 18.000 adesivi venduti. E non si tratta solo di adesivi, sono veri e propri atti di ribellione: un modo per dire "Sì, ho una Tesla, ma non sono una brutta persona, giuro!".

Ovviamente, negli Stati Uniti delle polarizzazioni, la controffensiva non si è fatta attendere. I sostenitori di Musk rispondono a colpi di colla: posizionando adesivi che dicono esattamente l’opposto: “L’ho comprata dopo aver scoperto che Elon è fantastico”. E chissà perché, ce li immaginiamo con lo sguardo fiero, a braccia conserte, accanto alla loro Tesla con l’adesivo che riluce come un distintivo.

Per usare un eufemismo, siamo di fronte a una situazione complessa. Le Tesla sono sempre state un manifesto politico, una dichiarazione di intenti. Possedere una Tesla non è solo una questione di batteria e ricarica: significa aderire al Green Deal, il delirante piano UE che mira a risolvere l'impatto degli umani sul pianeta costringendoci tutti a comprare un'auto elettrica. E chissenefrega se una Tesla da 1000 cavalli produce CO₂ come 18 pandini a carbonella. E chissenefrega se l'energia elettrica non è prodotta se non in minima parte da fonti rinnovabili. E chissenefrega se spostiamo il problema dall'anidride carbonica alle batterie al litio, inquinanti e impattanti socialmente e sulle risorse della Terra.

Le Tesla hanno preso il posto delle Toyota Prius nell'equipaggiamento dei ricchi fighetti del pianeta, e possederne una rappresenta un segno di appartenenza a un certo modo di pensare. Sei a favore della mobilità elettrica? Ti piace affidare alla tecnologia le sorti del pianeta? Oppure sei a favore dei petrolieri texani, che vogliono un mondo soffocato dalla CO₂, l'aumento del livello dei mari, la perdita dei ghiacciai? La tua auto lo dirà per te. In un mondo in cui perfino le tazze da caffè fanno politica, non ci stupiamo di chi la fa attraverso l'automobile.

Ma, un momento... C'è qualcosa che non fila in questo discorso semplice semplice. Elon Musk non è esattamente un alfiere del Green Deal. A ben vedere, è sempre stato un mattacchione, una specie di zio imbarazzante che twitta troppo. Prima compra una miliardata di bitcoin, dopo si pente e li rivende. Compra Twitter e poi lo trasforma in una fabbrica di fake news. E poi, cosa ci possiamo aspettare da uno che pensa di risolvere il traffico scavando tunnel sotto terra?

Ma ora ha esagerato. Con il sostegno elettorale decisivo per l'elezione di Trump, il farfallone con il gatto in testa ha gettato la maschera. Proprio lui, l'inventore delle auto del futuro, sostiene la politica dei petrolieri texani, che stanno dietro al platinato neo presidente degli USA. La politica è veramente una cosa troppo complessa.

Mettetevi nei panni degli ecofighetti che hanno speso almeno 60.000 euro per mostrare al mondo quanto sono sensibili all'ambiente: che botta deve essere stata! Per questo l'iniziativa degli adesivi ha avuto questo successo. Un po' di colla e di ironia dovrebbero bastare, nella loro testa, per rimediare alla figuraccia.

Noi l'avevamo già scritto su queste pagine. L'auto elettrica non può risolvere i problemi della mobilità, e men che meno quelli ambientali. La Tesla ha avuto successo non per il fatto che è elettrica, ma perché si guida da sola. In ballo c'è il ricchissimo settore dei trasporti pesanti, che grazie a Tesla licenzierà tutti i camionisti del mondo. Ed è per questo che Wall Street ha investito su di essa, tirandola fuori dal sicuro fallimento in cui Musk l'aveva condannata. Da parte del bislacco miliardario col parrucchino, non c'era alcun intento di ridurre l'impatto dell'anidride carbonica.

Basti solo pensare all'impatto carbonico dei viaggi per super ricchi che Elon commercializza con Space-X: secondo Eloise Marais, docente di Geografia Fisica presso lo University College London (UCL), i lanci spaziali rilasciano fino a 100 volte più CO₂ per passeggero rispetto a quella di un volo intercontinentale. La CO₂ rilasciata da questi sfizi per ricconi avrà un impatto enorme: secondo uno studio pubblicato su Geophysical Research Letters, un migliaio di lanci di razzi può aumentare di 1°C la temperatura ai poli e ridurre la superficie di ghiaccio del 5-15 %.

La realtà è tremendamente più complessa di quanto immaginiamo. Questo potrebbe essere il testo per un adesivo da appiccicare alla vostra Tesla.

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