La lotta quasi solitaria di chi non usa l'aria condizionata. Nella ricca Verona, lo scontro ormai è impari.

I giorni di caldo intenso, caldòn come lo chiamiamo da queste parti, coincidono purtroppo con la riduzione delle mie attività lavorative.

Non tanto perché il  caldo ostacoli naturalmente le operazioni fisiologiche legate al ritmo di lavoro, quanto perché una serie di ambienti, stanze, uffici, negozi, luoghi pubblici in genere, sono preclusi a quelli che come me rinunciano  al condizionamento (e non solo), per salute o scelta politica che sia.

Non è possibile percorrere chilometri in bici sotto il sole, con quaranta gradi sul sellino, sudando come una doccia, e poi entrare in un ufficio condizionato a palla con venti gradi in meno. Alla mia età, è un rischio serio. Così la mia attività, lavorativa e non, si riduce al minimo, restando a casa o in ufficio, oppure programmando gli spostamenti alla ricerca di luoghi non refrigerati.

Come al solito, è perfettamente inutile guardare con un sorriso sprezzante le auto che ti sorpassano con due motori rombanti. Già, perché in questo periodo le auto hanno in genere il doppio rumore: il primo è il propulsore a combustione interna che fa muovere il pesantissimo tafanario, l'altro è il compressore che richiede il costante uso di un rumoroso ventolone per poter tenere al fresco gli abitacoli metallici di queste assurde gabbie semoventi che cuociono al sole.

Serve a poco anche indossare polemicamente lo spolverino quando si entra in un ufficio con il condizionatore a palla, indice di scarsa cura per la salute propria e sopratutto per quella dei frequentatori del luogo. Quello che si ottiene, di solito, è solo un paio di occhi pallati dallo stupore, e qualche gesto di commiserazione per il matto di turno (tipo toccarsi ripetutamente la tempia con l'indice).

Troppo numerose, tristi, lunghe e inutili sarebbero le spiegazioni loro dovute (il risparmio energetico, l'entropia, l'effetto serra, la crisi del petrolio, la fine del mondo). Tanto loro, the others, non capirebbero.

Contenuti correlati

Decrescita, computer, picco del petrolio
Decrescita, computer, picco del petrolio Mercoledì 27 maggio sera Michele Bottari presenta le tecnologie di transizione verso l'era del post-petrolio.Mercoledì 27 maggio ore 21:00 a Villafranca di Vero... 1554 views charlie_mirandola
Dalai, il PD e l'informazione libera
Dalai, il PD e l'informazione libera Renzi ha fatto con la RAI esattamente quello che aveva fatto prima di lui Berlusconi: ci ha messo uomini che rispondono ai suoi ordini. Dalai rassicura i simpat... 1625 views dartagnan
Inauguriamo www.collineveronesi.it
Inauguriamo www.collineveronesi.it Da oggi il sito dedicato alle Colline Veronesi è on line nella nuova veste grafica. C' è ancora molto lavoro da fare, ma il risultato è senz' altro sorprendente... 1351 views Mario Spezia
Insieme a Naturalmente Verona
Insieme a Naturalmente Verona Lettera del Sélese alle associazioni e ai comitati ambientalisti veronesi: dibattiamo a Naturalmente Verona su un nuovo modello di economia e di convivenza civi... 1545 views Michele Bottari
Frana di Sengie: trovati i colpevoli
Frana di Sengie: trovati i colpevoli Ultima ora: risolto il caso della strada crollata a Sengie, sopra Alcenago. Nessuna pietà per i responsabili del misfatto. Subito gli investigatori si eran... 1637 views dallo
Le orchidee dell'Italia nord-orientale
Le orchidee dell'Italia nord-orientale Martedì 18 marzo è stata presentata al Museo di Scienze di Verona un'opera monumentale sulle orchidee del Nordest d'Italia. Un libro che ogni famiglia dovrebbe ... 2441 views dallo
Dal Veneto alle Langhe
Dal Veneto alle Langhe È il vigneto Cannubi il problema del Barolo? Da Il Fatto quotidiano, 3 maggio 2011 - Ambiente & Veleni | di Gian Luca MazzellaCannubi, ossia uno dei più cel... 1678 views gian_luca_mazzella
Renzi riesuma don Verzè
Renzi riesuma don Verzè Dopo il ponte sullo stretto di Messina restava da riesumare ancora un progetto caro a Berlusconi, un vecchio sogno di don Verzè: un polo scientifico di eccellen... 2610 views dartagnan