Non è vero che un nome vale l'altro, anzi spesso i nomi, come le etichette e la rèclame, vengono usati per confondere e imbrogliare.
L'Unione Europea ha comminato all'Italia una multa per gli incentivi concessi dal governo italiano alle imprese che producono energia bruciando rifiuti inorganici, considerandola energia da "fonte rinnovabile".
"La Commissione conferma che, ai sensi della definizione dell'articolo 2, lettera b) della direttiva 2001/77/CE del Parlamento europeo, la frazione non biodegradabile dei rifiuti non può essere considerata fonte di energia rinnovabile".
Il termine "termovalorizzatore" non viene mai utilizzato nelle normative europea e italiane di riferimento. In tutte le normative si parla solo e sempre di "inceneritori".
Il fatto è che il termine "inceneritore" indica in maniera chiara e diretta il tipo di trattamento a cui vengono sottoposti i rifiuti, mentre il termine "termovalorizzatore" lascia immaginare un paradiso di ottimizzazioni e di vantaggi economici e ambientali.
Come si può essere contrari all'utilizzo dei rifiuti come fonte di energia?
La realtà è ben diversa: gli inceneritori producono una enorme quantità di ceneri (parte delle quali sono a tutti gli effetti rifiuti tossici speciali) che devono essere stivate in appositi siti e una enorme quantità di fumi e vapori tossici nocivi, che si disperdono nell'atmosfera.
Federico Valerio, presidente della Sezione di Genova di Italia Nostra e chimico ambientale presso l'IST di Genova, mette in evidenza che, in un processo di ossidazione termica dei rifiuti, il peso dei prodotti di reazione solidi e volatili introdotti nell'ambiente è addirittura maggiore di quello dei rifiuti trattati.
Sappiamo che il 30% dei rifiuti che entrano in un inceneritore si trasforma in cenere. E' più difficile trovare dati sulla quantità di polveri sottili e di composti chimici che escono dai camini di un inceneritore.
F. Valerio ha raccolto i dati sulle attuali emissioni annuali in atmosfera (dopo depurazione spinta) del moderno inceneritore di Copenhagen (impianto di Vestforbraending) che ogni anno tratta 325.000 tonnellate di rifiuti combustibili, preventivamente selezionati alla fonte, per ridurre la quantità di plastiche clorurate e metalli pesanti.
325.000 tonnellate annue di rifiuti equivalgono a 890 t al giorno, contro le 1000 t che verranno bruciate a Ca del Bue.
Tonnellate annue di emissioni in atmosfera dell'inceneritore di Copenhagen:
Ossido di carbonio 43
Carbonio organico 3.7
Polveri 16
Acido cloridrico 3.9
Anidride solforosa 70
Piombo 0.4
Acido fluoridrico 0.5
Mercurio e Cadmio 0.08
Attenzione: parliamo di tonnellate non di microgrammi e mancano in questa ricerca i dati relativi ai policloroderivati (diossine).
Paternoster, meglio conosciuto come Requiescant, racconta balle quando dice che Ca del Bue tratterà solamente 500 t di rifiuti al giorno, sapendo bene che la quantità di emissioni atmosferiche è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti inceneriti.
500 tonnellate danno x, 1000 tonnellate danno il doppio di x.
Ci pensa il sindaco Zerman a smentirlo e a dire chiaro e tondo, come hanno già detto precedentemente sia Tosi che lo stesso Requiescant, che "Ca del Bue brucerà, con i due forni a letto fluido e i due a griglia, almeno 1000 tonnellate di rifiuti al giorno".
In realtà si tratta di un enorme business che attira molto sia i politici che gli imprenditori.
Non a caso Florentino Perez, che ha vinto la gara per Ca' del Bue, è proprietario del Real Madrid.
Come disse il famoso pentito di mafia al magistrato che lo interrogava: "La monnezza è oro".
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