La fatica, il sudore, anche la rabbia, insegnano a risolvere i problemi, a superare gli ostacoli, a immaginare nuove possibilità.
La concretezza che viene dalla pratica quotidiana di un mestiere manuale è sconosciuta a chi non si è mai sporcato le mani. La fatica, il sudore, anche la rabbia, insegnano a risolvere i problemi, a superare gli ostacoli, a immaginare nuove possibilità.
A volte capita di non capire bene da che parte prendere un lavoro. Poi le mani cominciano a muoversi, a toccare, a provare e, come d'incanto, trovano la soluzione. E' una esperienza abbastanza comune fra gli artigiani. Sembra quasi che le mani abbiano una loro intelligenza autonoma.
E da queste pratiche nasce un tipo di conoscenza particolare, che parte da osservazioni molto semplici, quasi elementari, ma può arrivare a conclusioni niente affatto superficiali.
C'è nelle parole scarne di chi si è guadagnato da vivere col sudore della fronte una saggezza e una dose di buon senso che raramente si trovano nelle parole forbite degli intellettuali.
Il mondo contadino possiede una visione del mondo (Weltanschauung) molto diversa da quella degli scienziati e dei filosofi, ma non meno valida. I proverbi sono un piccolo esempio di questa profonda conoscenza collettiva.
Al contrario spesso abbiamo letto o sentito grandi intellettuali, studiosi che hanno letto tutto e che sono costantemente aggiornati su tutto, formulare analisi e proposte poco credibili e ancor meno realizzabili.
Di fatto conosciamo il mondo attraverso i nostri occhi, le nostre orecchie, la nostra bocca, il nostro naso, e soprattutto le nostre mani.
Questa affermazione può far sorridere, visto che viviamo in un mondo mediato da macchine, elettrodomestici, televisori, computers, strumenti che lasciano pochissimi spazio ai nostri sensi.
Chi si ferma più ad annusare un fiore o a sentire se l' aria porta pioggia o ad aspettare il tramonto del sole?
Eppure perdere questo tipo di contatto vuol dire perdere il senso profondo della relazione con il mondo in cui viviamo.
La strada asfaltata, il supermercato, il televisore o il computer occupano gran parte del nostro tempo e ci estraniano sempre di più da quello che una volta veniva chiamato "il creato", così che non riusciamo più nemmeno a renderci conto che lo stiamo distruggendo.