Questa lettera, spedita dal Prof. Raffaello Cossu al giornale L'Arena il 01 febbraio 2012, ci da una idea abbastanza precisa dell'impatto ambientale dei vigneti e ci fa capire il motivo della polemica sul vigneto Ferrari impiantato a suo tempo sulla ex discarica di Pescantina.
In relazione a due articoli apparsi su L´Arena del 25 e 27 gennaio, chiedo ospitalità per puntualizzare alcune considerazioni e affermazioni che mi sono state ascritte, sulla base di un incontro presso il Comune di Pescantina tra il sottoscritto, diversi consiglieri comunali, il dirigente dell´ufficio ecologia ed alcuni cittadini. Parafrasando un famoso professore dell´Università di Padova, vorrei dare una interpretazione autentica del mio pensiero e di quanto abbiamo appreso nelle nostre indagini sulla situazione ambientale della discarica di Pescantina. Prima dell´inizio dell´attività del comitato tecnico istituito dalla Provincia di Verona e da me presieduto, il modello concettuale di inquinamento della falda, vedeva nella discarica l´unica fonte inquinante. Altri esperti, consultati dal gestore della discarica, includevano anche tra le fonti inquinanti una vicina vecchia discarica incontrollata, sovrastata da un vigneto. Noi con il nostro lavoro, le nostre indagini e le nostre elaborazioni siamo arrivati ad ipotizzare (come riportato nel rapporto finale del comitato tecnico, pag. 45) una terza fonte inquinante, con ogni probabilità più importante delle altre due e cioè l´attività agricola condotta sul vigneto. E questo perché nella falda si ritrovava prevalentemente ammoniaca, rispetto ai cloruri pur presenti nel percolato della discarica. Il rapporto aggiunge (sempre a pag. 45) che tuttavia ci sono anche i segni di un certo contributo da parte della discarica di Ca´ Filissine. Poiché il nostro compito di comitato tecnico non era quello di fare progetti, ma di indicare delle linee guida per la soluzione del problema ambientale, a quello ci siamo attenuti. Per ogni dettaglio si rimanda alle conclusioni del comitato stesso. In sede di incontro poi con il magistrato che aveva ordinato il sequestro della discarica, questi davanti alle conclusioni del rapporto disse: "Bene, se ritenete che oltre alla discarica ci siano altre fonti inquinanti, intervenite per rimuoverle, quello che a noi interessa è che venga risanato l´ambiente". Il progetto presentato, come ho già avuto modo di dire nell´ambito di un incontro in Provincia, rispetta questo criterio. Intervenire solo su una delle fonti e non sulle altre, non risolverebbe il problema ambientale. Le precisazioni poi sul mio coinvolgimento nel progetto dello studio dell´acqua non erano affatto un disconoscimento di paternità ma, al contrario, un corretto riconoscimento del lavoro altrui. Le soluzioni tecniche progettuali che, ripeto, rispettano gli indirizzi di tutela ambientale avanzati dal comitato tecnico, costituiscono infatti patrimonio intellettuale di chi li ha prodotti. Da ultimo ritengo che l´alternativa a questo progetto, data anche l´attuale situazione economica generale, non sia un altro intervento "più soft" ma la permanenza dello statu quo, cioè discarica chiusa (con tutti i grandi problemi ambientali e di sicurezza che questo comporta) e ambiente inquinato.Prof. Raffaello Cossu
PRESIDENTE DEL CORSO DI LAUREA DI
INGEGNERIA PER L´AMBIENTE
ED IL TERRITORIO DIPARTIMENTO ICEA
UNIVERSITÀ DI PADOV