Corsi dice che facciamo il carosello parlando del traforo. Se intende alludere alla più bella trasmissione televisiva di tutti i tempi, andata in onda dal 3 febbraio 1957 al primo gennaio 1977, si sbaglia di grosso. Quello del traforo è un cinema muto. Un cinema che l'amministrazione ha volutamente reso muto, scegliendo metodi opachi e procedure oscure per far calare il nero sipario su un'opera, il traforo, che nasce da un'idea antiquata e che non ha futuro. Nasce vecchia e sorpassata perché attira traffico anzichè diluirlo e non risolve il problema dei problemi: la mobilità. Mobilità che adesso potrebbe anche arricchirsi di una specificazione: mobilità in tempo di crisi.
Se è vero che battiamo frequentemente i medesimi tasti, è perché la tastiera resta muta e i tasti vengono mescolati ogni giorno ad arte, come è anche vero che non riceviamo mai vere risposte.
Sta succedendo anche al TAR. In quella sede i nostri avvocati, attraverso una serie di opposizioni a tutte le delibere, hanno rilevato la mancanza di decine di istruttorie tecniche che avrebbero dovuto supportare le decisioni della Giunta ad ogni richiesta, ad esempio, di ogni aumento dei costi. Invece, anche davanti al TAR, la schiera di avvocati del Comune e di Technital non ha presentato una sola istruttoria: ha preferito il fuoco di sbarramento formale, limitandosi a sostenere che i cittadini non hanno diritto a ricorrere. Tanto meno hanno diritto a sapere.
"Le società del Passante sono solide e affidabili" rassicurava Tosi quando abbiamo annunciato che Girpa era in liquidazione, e dal palazzo sembravano cadere dal pero. Ora è il turno della Mazzi che si trova in grave crisi finanziaria.
Le società del Passante son talmente "solide e affidabili" che la cordata si è vista costretta, proprio perché il progetto non è bancabile e le ditte della cordata non hanno i requisiti richiesti e la liquidità necessaria, a chiedere aiuto alla Mantovani e alla Serenissima. Ora anche il colosso delle costruzioni Astaldi sembra intenzionato a mettere i piedi nelle grandi opere cittadine attraverso una partecipazione nella Mazzi (che a Verona ha in tasca, oltre al passante, i contratti per il filobus, il parcheggio dell'ex Gasometro, le ristrutturazioni degli ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma, oltre al centro commerciale con le torri gemelle alle ex cartiere).
Vale la pena di ricordare che la gara per la concessione del Passante è stata vinta, un anno fa, per mancanza di concorrenti dalla cordata Technital, Verona Infrastutture (Mazzi) e Girpa alla quale gara la Astaldi e la Mantovani (lo abbiamo appreso ieri in Municipio) avevano chiesto in un primo momento di partecipare, senza poi presentare l'offerta.
Se fossimo in cattiva fede, potremmo pensare che l'accordo fosse già nell'aria e si fosse pensato di lasciar andare deserta la gara invece di presentare un'offerta al ribasso (Mantovani, che è nell'affare dell'Expo 2015, ha vinto con un ribasso di circa il 40%, il Passante sarà assegnato sostanzialmente al prezzo di gara!).
Va anche detto l'Autostrada A4 (a partecipazione pubblica) possiede il 30% della Mazzi in cui direttamente o indirettamente siedono sia Astaldi che Mantovani (una zona grigia di commistione tra pubblico e privato che gli esperti chiamano "camere di compensazione" e che, nel nostro caso, vede il vicepresidente del Consiglio Comunale sedere nel consiglio di amministrazione della Mazzi oltre ad essere impiegato in Unicredit). Quindi Astaldi e Mantovani, pur essendo concorrenti di Mazzi, attraverso il sistema della cosiddette scatole cinesi sono ed erano di fatto in posizione di osservatori privilegiati di quanto accade attorno alle grandi opere del Comune di Verona.
Dove starebbe, dunque, la tutela della concorrenza nella gara del passante dove chi non avrebbe dovuto sapere era perfettamente in grado di sapere e dove a vincere alla fine sono proprio coloro dalla gara si sono ritirati? C'è da chiedersi che razza di gara sia questa, visto che a vincere, a questo punto, saranno coloro che alla gara non hanno partecipato.
Eppure è proprio in nome della tutela della concorrenza che la Giunta rifiuta i documenti ai Consiglieri e ai cittadini che ne avrebbero il sacrosanto diritto, soprattutto in considerazione del vincolo a cui la città verrà sottoposta per 49,5 anni. Ma chi l'ha detto che i cittadini non hanno diritto di conoscere i termini del contratto prima che questo venga sottoscritto? In nome di quale principio o di quale legge?
È lecito anche chiedere conto di ciò che accadrà se i 53 milioni della Serenissima non dovessero essere erogati. E' stato reso noto quali opere NON si faranno?
- la realizzazione della rampa di immissione diretta in galleria per gli utenti provenienti da nord (valpantena) e diretti ad ovest (saval, valpolicella, verona nord) ciò significa che continueranno a passare dal Teatro Romano?
- il proseguimento della pista ciclabile di Chievo, quindi, al diavolo i ciclisti?
- la riqualificazione di via Valpantena con la realizzazione di un sottopasso stradale in corrispondenza della rotatoria di poiano nord e la realizzazione di una pista ciclabile, quindi, al diavolo la sicurezza dei ciclisti e lo scorrimento del traffico?
- la realizzazione del prolungamento della bretella per la Valpolicella fino alla strada per Arbizzano, quindi Parona resterà la camera a gas a servizio della Valpolicella e di Verona?
- l'applicazione della tariffa chilometrica anche per i veicoli leggeri (come già previsto per i veicoli pesanti)?
- la riduzione delle tariffe del parcheggio scambiatore di Ca' di Cozzi per gli utenti del filobus, il primo pazzesco caso in cui il parcheggio scambiatore, che dovrebbe essere gratuito per favorire lo scambio, non solo costerà ma non potrà essere neanche scontato?
Perché anche di questo e di una verifica dei dati sul traffico (dati ormai vecchi e inutili che si basano su previsioni per il 2013, anno che ormai è entrato e che appare ben diverso da quello che ci raccontavano) non si può discutere? Tutto cambia e tutto è suscettibile di miglioramento ... e dovrebbe essere noto, in nome della trasparenza dell'agire di una amministrazione verso i propri cittadini.
Questo non perchè la burocrazia uccide il procedere dell'iter, ma esclusivamente perché occorre rattoppare i buchi di un'opera che non è in grado di reggersi sulle proprie gambe.
La maggioranza pregiudizialmente non ha voluto discutere e non ritiene che questo sia di suo interesse. A che cosa serve un simile Consiglio Comunale? Se anche la semplice richiesta di verificare se le previsioni di traffico che hanno reso l'opera ai loro occhi, indispensabile li spaventa, di che cosa mai potremmo discutere? Forse ha ragione il consigliere Papadia quando afferma: "Di che cosa stiamo discutendo, è meglio discutere del sesso degli angeli", ma il consigliere non sa che di sesso degli angeli si discuteva a Costantinopoli, in quel martedì 24 maggio del 1453, mentre i Turchi di Maometto II avevano già sferrato l'ultimo attacco alla città.