L'appello rivolto dal WWF e dalle associazioni ambientaliste veronesi agli amministratori comunali e regionali, con la firma e il sostegno di eminenti personalità della cultura e della scienza.

Un territorio con dolci colline che raccordano la vicina Lessinia con il solco dell'Adige, coperto in gran parte da un mantello di viti e di ulivi, con ville storiche e residenze padronali, assieme ai loro parchi e broli, borghi storici fitti di case asserragliate attorno alla chiesa. Questa,  in due parole, era fino a pochi decenni fa la Valpolicella, dove la paziente e sapiente opera dell'uomo aveva trasformato nei secoli, senza distruggerlo, l'originario ambiente naturale in un armonioso, prezioso, paesaggio.

Ma in questo territorio in tempi recenti, a soddisfazione delle esigenze di un maggior benessere, si è verificato un repentino e profondo mutamento che ha condotto al sacrificio di molti fertili suoli agricoli ed ha provocato ampie smagliature nel paesaggio.

La Valpolicella si è trasformata. Lunghe teorie di edifici residenziali, artigianali. industriali, legati di uni agli altri hanno formato un filare, un doppio ed ancor più spesso filare lungo le principali vie storiche, fino a formare, assieme ai villaggi storici, gonfiati in taluni casi a dismisura, un'autentica città diffusa. Con un peso di ormai 70.000 abitanti rispetto ai 45.000 di qualche decennio addietro.

Una grande cementeria - che pure ha dato lavoro, non lo dimentichiamo, a tante persone - finalmente fermata nella sua crescita.

Borgate senza anima, composte di case che talvolta sembrano seminate come il granturco nel campo (vedi il caso di Montericco, nel Comune di Negrar), periferie come quelle di Sant'Ambrogio, S. Pietro in Cariano, Negrar, specialmente Negrar, Valgatara, meglio identificabili come banali appendici di grandi e sfilacciate città. piuttosto che come dintorni di modesti villaggi da poco usciti da una prevalente ruralità.

Grandi edifici industriali, come quello della ex carpenteria metallica Lonardi a San Pietro in Cariano - e non è il solo caso -, aree artigianali e commerciali, anche più d'una per Comune, il bubbone maligno della discarica di Cà Filissine: queste le più evidenti testimonianze dell'accennato processo di trasformazione. Impossibile da impedire, ma che ha avuto luogo con una disinvolta, miope frammentata pianificazione che non ha saputo tener conto alcuno dei tanti valori e della bellezza di cui era dotato il territorio nel quale andava ad incidere.

E, dopo tutto ciò, va ancora purtroppo considerata la concreta possibilità della trasformazione dell'area industriale ex Lonardi in area residenziale, con nuove centinaia di alloggi da aggiungere alle migliaia di quelli vuoti o invenduti presenti nella Valle, la minaccia di un allargamento della discarica di Cà Filissine — piuttosto che un progetto per la sua messa in sicurezza - e quelle della costruzione di un impianto, a San Pietro in Cariano, per la produzione di energia da biomasse coltivate altrove.

Dal disordinato processo sommariamente descritto la Valpolicella è uscita col proprio territorio ridotto e impoverito, col paesaggio guastato, con le ossa rotte. Ma non si è ancora, fortunatamente, giunti ad un "Valpolicella addio".

La Bellezza residua di questa valle merita ancora un impegno per la sua conservazione.


Urge però correre ai ripari. La Valpolicella ha bisogno, anche approfittando della crisi economica in atto, di un più moderno lungimirante metodo per il governo del suo territorio. Questo deve prediligere la tutela e la cura dell'ambiente naturale residuo e del paesaggio — autentico irrinunciabile bene comune - e l'utilizzo - mediante restauro - del notevole patrimonio edilizio esistente e delle aree dismesse, rinunciando da subito alla modalità di usare ancora suoli agricoli per nuovi insediamenti, salvo rarissime eccezioni da individuare con norme precise a soddisfazione di reali ed ecosostenibili necessità. Ma per ottenere tutto ciò occorre una visione globale dei problemi della Valle, occorre cioè un organismo sovracomunale cui affidare al più presto urbanistica, paesaggio e ambiente naturale, imponendo nel frattempo una moratoria per tutte le iniziative edilizie prive di compatibilità ambientale e paesaggistica, con il prezioso e competente contributo della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali di Verona.

Testo completo dell'appello: APPELLO_VALPOLICELLA

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