Si stenta sempre di più a credere che gli stessi uomini e le stesse imprese abbiano usato metodi diversi per accaparrarsi i grandi lavori a Venezia e a Verona.

A Venezia la Procura Generale della Corte dei Conti punta il faro sul Mose e rileva come "da una stima di 1.540 milioni di euro del Progetto di massima si è arrivati oggi ad oltre 3.153 milioni, e, cioè, a più del doppio".

A Verona il costo del traforo è passato dagli iniziali 60 milioni, previsti dall'assessore Corsi, agli attuali 800 e passa milioni di euro. Il costo iniziale è aumentato esattamente 13,3 volte, e, si badi bene, i lavori non sono ancora iniziati.

D'altra parte la Technital era abituata ai rialzi esorbitanti dei prezzi. A Venezia lo sapevano bene, tanto che: "I soci del Consorzio Venezia Nuova si lamentavano in continuazione con il presidente Giovanni Mazzacurati dei costi "fuori da ogni logica di mercato" dei lavori del Mose assegnati a Technital. Le quote della società di progettazione veronese, anche capofila della cordata per la realizzazione del traforo delle Torricelle, sono interamente intestate a due fiduciarie, la Simon e la Finnat, che schermano l'identità dei veri proprietari: la famiglia Mazzi. Il ramo della famiglia Mazzi di cui parla qui Mazzacurati è quella di Alessandro Mazzi, veronese d'origine e presidente del colosso romano Fincosit, tra i 35 arrestati nella retata della settimana scorsa e nella cui residenza romana i finanzieri hanno sequestrato opere d'arte per 30 milioni di euro".

Corriere del Veneto, mercoledì 11 giugno 2014.

A Venezia il progetto del Mose è stato approvato senza una VIA, cioè senza un decreto di valutazione ambientale favorevole. Il privato è intervenuto senza alcun controllo pubblico. Giustamente i Grillini puntano il dito contro l'evidente illegalità della procedura e chiedono che vengano ripristinati i controlli sulle procedure e sulla salvaguardia dell'ambiente lagunare.

Naturalmente per il Traforo non è mai stata presentata nessuna Valutazione di Impatto Ambientale, dato che prima bisogna arrivare al progetto definitivo, progetto definitivo del quale conosciamo bene il prezzo, meno bene le caratteristiche, sottoposte a continue variazioni.

I Comitati veneziani avevano denunciato già negli anni '90 il sistema corruttivo messo in piedi dall'allora ministro socialista Gianni de Michelis e sfociato poi nel Consorzio Venezia Nuova, diretto da Piergiorgio Baita, presidente della Mantovani, che in quegli anni otteneva tutti i grandi lavori della Regione Veneto da Galan e da Chisso.

Guarda caso, le imprese coinvolte nelle inchieste veneziane sono le stesse che controllano i grandi lavori veronesi: Mazzi, Technital, Mantovani, CoVeCo, più qualche outsider locale di incerta fortuna, più qualche mirabolante impresa priva del cerificato antimafia

L'ex vicesindaco ed assessore all'Urbanistica Vito Giacino e l'ex direttore di Agec Sandro Tartaglia hanno messo in evidenza delle modalità di affidamento dei lavori che nulla hanno da invidiare ai sistemi utilizzati dai colleghi veneziani. Si vorrebbe far credere che Giacino e Tartaglia fossero le uniche mele marcie del "teio" veronese, ma ovviamente non ci crede nessuno.

Anzi, bisogna riconoscere che il "sistema Verona" aveva trovato un modo di "distribuire le risorse" così "democratico"  che perfino l'opposizione "democratica" non trovò molto da ridire. Il Caso Passalacqua rimane emblematico  di come sia possibile bypassare qualsiasi legge e regolamento senza che l'opposizione quasi neppure se ne accorga.

Due cooperative nell'ATI vincitrice dell'appalto sono in grado di mettere a tacere anche i più tenaci oppositori al regime.

Ecco perchè Legambiente dovrebbe riflettere molto seriamente sul suo doppio ruolo di associazione ambientalista e di impresa commerciale. L'indipendenza, richiesta per svolgere degnamente la sua funzione di associazione di tutela ambientale e il profitto, a cui ogni impresa naturalmente tende, non sono mai andati molto d'accordo.

www.greenreport.it ...

Contenuti correlati

Caro (?) Passera
Caro (?) Passera Tutta la nostra simpatia a Maria Rita d'Orsogna, che scrive una interessante lettera al ministro Passera, ma anche alcune obiezioni di fondo sul contenuto della... 2216 views Mario Spezia
Se 24 vi sembran pochi...
Se 24 vi sembran pochi... Lago di Garda: 24 milioni di presenze all'anno con un corollario plurimilionario di auto, moto e motoscafi non bastano ancora a Fugatti e ZaiaLa proposta di rea... 2588 views dartagnan
La riscossa della Barbona
La riscossa della Barbona In questa strana primavera è apparsa sui cigli delle strade l'Himantoglossum adriaticum, un'orchidea presente sulle Torricelle, ma piuttosto rara e in fort... 2879 views Mario Spezia
sanny day
sanny day Ongarine Caffè ospita i quadri di Lorenzo Agosta, architetto di professione e pittore per diporto, con un buon tasso di qualità.Ongarine caffè si conferma sempr... 2797 views Mario Spezia
Risposta al sindaco su Borgo Ulivi
Risposta al sindaco su Borgo Ulivi In relazione alla lottizzazione a Quinzano, Tosi scarica la responsabilità sull'amministrazione precedente, ammette che è uno scempio, ma non c'è nulla da fare.... 2455 views marco_ambrosi
SCA Società Culturale per Azioni
SCA Società Culturale per Azioni Montecchio Maggiore (Vicenza), Giovedì 31 maggio alle ore 21 presso la Sala Civica in Corte delle Filande sarà presentato un progetto di cultura partecipata e i... 2094 views Mario Spezia
Perché marciare contro
Perché marciare contro Adesione sofferta e perplessa alla manifestazione del 25 aprile del coordinamento migranti.Sul bel sito del Sélese, uno scritto di Vincenzo Benciolini sintetizz... 2416 views Michele Bottari
Cinghiali: dalle parole ai fatti
Cinghiali: dalle parole ai fatti Per uscire da questa situazione di impasse serve un piano degli interventi che punti decisamente all'eradicazione dei cinghiali.Alcune proposte concrete.I cingh... 7424 views Mario Spezia