L'argomento è decisamente difficile. Con tutti i grandi problemi che abbiamo, possiamo permetterci di pretendere che i singoli cittadini e gli addetti alla manutenzione del verde rispettino i fiori selvatici, perlomeno quelli protetti dalla legge?
Nelle ultime settimane abbiamo registrato uno strano fenomeno, che purtroppo si sta ripetendo ogni anno in diversi siti di crescita delle orchidee spontanee della nostra provincia.Osserviamo le orchidee in fioritura in un certo giorno e il giorno dopo la piantina è già sparita. Spesso abbiamo osservato la buca lasciata da chi ha tirato su la piantina con le radici nella speranza di farla attecchire non si sa dove. Si tratta di comportamenti inqualificabili che dimostrano il grado infimo di ignoranza di alcuni nostri concittadini. Le orchidee, una volta strappate, appassiscono in poche ore, e, se piantate, sono destinate a seccare altrettanto velocemente, perchè non sono in grado di adattarsi a condizioni diverse da quelle in cui sono cresciute spontaneamente.
Purtroppo le orchidee non vengono saccheggiate solamente da alcuni predatori umani. A far danno ci si mette anche chi dovrebbe occuparsi di tenere in ordine le strade. L'ultimo episodio risale a ieri.
Non si sa come, ma alcune piante di Himantoglossum adriaticum, un'orchidea rara e protetta conosciuta col nome di Barbona, erano riuscite a crescere e fiorire sul bordo strada di via Are Zovo, poco sopra corte Zovo, per chi sale da Quinzano verso Montecchio.
I fusti pieni di fiori, peraltro piuttosto appariscenti (come si può vedere dalla foto a fine articolo), facevano bella mostra di sè da alcune settimane e lasciavano ben sperare che il ciclo della fioritura si sarebbe completato fino alla produzione dei nuovi preziosissimi semi.
Invece ieri mattina non c'era più niente. La fresa degli addetti al taglio della vegetazione lungo la strada ha triturato le 5 piante di Himantoglossum adriaticum insieme con numerose piante di Anacamptis pyramidalis, anch'esse in piena fioritura.
Immaginiamo l'obiezione:
Come si può a pretendere che l'addetto alla fresatura dell'erba lungo la strada:
1° - sappia distinguere le specie rare e protette dalle specie comuni;
2° - perda tempo ad aggirare le specie protette.
Himantoglossum adriaticum è l'unica orchidea rappresentante del genere Himantoglossum presente nelle regioni dell'Italia nordorientale. E' inserita nell'Allegato II della Direttiva FFH 92/43 CEE (Specie a rischio estinzione). E' anche inserita nella Lista Rossa come VU (Vulnerabile) in regresso a causa di abbandono, rimboschimento spontaneo, bonifiche agricole e coltivazioni intensive.
Anacamptis pyramidalis è inserita nella Lista Rossa come NT (Near Threatened, quasi a rischio).
Sono state siglate, a partire dagli anni ‘70 numerose convenzioni internazionali (Protocollo di Kyoto, Convenzione di Washington, Convenzione di Berna, Convenzione di Ramsar, Protocollo internazionale di Montreal e Direttiva Habitat) recepite con leggi nazionali e regionali, che impegnano gli stati firmatari a prendere provvedimenti atti a non peggiorare le condizioni ambientali e a tutelare la biodiversità del pianeta.
Con un decreto del Presidente della repubblica, emanato l'8 settembre 1997, lo Stato Italiano recipisce queste normative:
www.regione.veneto.it ...
La Regione Veneto è ferma alla legge regionale 53 del 1974:
www.consiglioveneto.it ...
Art. 7
E' vietata la raccolta delle seguenti specie di piante o di parti di esse:
Fam. Orchidaceae: tutte le specie
Art. 16.
Sono incaricati dell'osservanza della presente legge gli organi di sicurezza pubblica, nonchè gli organi di polizia forestale, di vigilanza sulla caccia e sulla pesca, gli organi di polizia locale, e i custodi forestali dei Comuni e dei loro Consorzi e gli agenti giurati designati da Enti ed associazioni che abbiano per fine istituzionale la protezione della natura, del paesaggio e dell'ambiente, su autorizzazione della Giunta Regionale.
Art. 17
Per la inosservanza delle disposizioni della presente legge, ferma restando l'applicazione delle sanzioni penali, là dove il fatto costituisce reato, si applicano le seguenti sanzioni amministrative pecuniarie:
a) da L. 15.000 a L. 90.000 per la violazione ai divieti e vincoli di cui agli articoli 3 e 5
b) omissis
c) da L. 10.000 a L. 60.000 per la violazione ai divieti di cui agli articoli 8; 14; /a>;
d) da L. 15.000 a L. 90.000 per la violazione ai vincoli di cui all'articolo 7;
e) da L. 25.000 a L. 150.000 per la violazione ai divieti e vincoli di cui agli articoli 10; 15
e bis) da euro 100,00 a euro 250,00 per le violazioni ai divieti e ai vincoli di cui all'articolo 7 bis, comma 3.
Nei casi di cui alle lettere a), c), d) ed e) nonché nei casi di cui alla lettera e bis) del primo comma si applica inoltre la confisca amministrativa delle specie della fauna inferiore e della flora tutelate dalla presente legge.
Quindi le leggi ci sono e ci sono anche le sanzioni. Servirebbe un minimo di controllo, ma negli ultimi anni la politica ha deciso di farne a meno sia per motivi di bilancio e sia per la ricerca smodata di consenso politico. In questo modo è sempre più cresciuta nella popolazione la convinzione che tutto quanto è fuori dalle proprietà recintate è una sorta di "terra di nessuno" in cui chiunque può fare quello che gli pare.
Lo si vede dalla quantità di carte, bottigliette e rifiuti di ogni tipo che vengono abbandonati lungo le strade, sui sentieri, nei vaj, ma anche nelle piazze dei centri abitati.
Ovviamente se i responsabili della gestione dei beni pubblici per primi dimostrano un totale disinteresse per i beni pubblici e per le regole della convivenza civile viene di conseguenza che i singoli cittadini rafforzeranno sempre di più la convinzione che "quello che è di tutti non è di nessuno".
A questo riguardo è interessante ritornare sulla questione dell'impiego dei diserbanti chimici da parte degli enti pubblici. Il sindaco di Verona è più volte intervenuto dimostrando uno sprezzante disinteresse per le richieste di eliminare o di limitare il più possibile il diserbo chimico: "E' inopportuno allarmare i cittadini prima ancora di verificare la veridicità di quanto si afferma".
Al sindaco Tosi le associazioni ambientaliste hanno risposto con questa lettera, che riportiamo integralmente.
AL SINDACO di VERONA
FLAVIO TOSI
Eliminazione Glyphosate dai suoli pubblici
Egregio signor Sindaco, in data 21 marzo scorso le avevamo scritto richiedendo un incontro sul tema del glyphosate, il diserbante più usato al mondo e attualmente oggetto di grande attenzione nell'ambiente scientifico e sulla stampa.
Ci eravamo rivolti a lei sia come Autorità sanitaria locale del Comune capoluogo che nella sua veste di Presidente della Conferenza dei Sindaci dell'ULSS 20.
Il Consiglio comunale del Comune che lei dirige aveva approvato all'unanimità proprio qualche giorno prima, il 17 marzo, una mozione che "impegna il Sindaco e la Giunta a vietare sul suolo pubblico l'uso degli erbicidi chimici e del Glyphosate ed ad invitare di limitarne l'utilizzo privato sia nelle coltivazioni agricole che nell'ambiente ubano; a trasmettere tale decisione ai responsabili del settore manutenzione strade di Provincia, Anas per le strade statali e di Rfi per la rete ferroviaria, affinché all'interno del territorio del comune vengano utilizzati soprattutto metodi di tipo meccanico nelle operazioni di diserbo compiute dalle ditte da loro incaricate …".
Pensavamo quindi di portare conoscenze tecniche e istanze di sicurezza e salute già ampiamente condivise, ma evidentemente ci sbagliavamo
Con grande sorpresa e stupore il 16 maggio infatti la sua segreteria ci ha risposto trasmettendoci la decisione della Giunta Comunale ad oggetto: "utilizzo prodotti fitosanitari" inviata all'"Assessorato all'Ambiente e p.c. a Strade Giardini Arredo Urbano ed AMIA. Con riferimento all'oggetto si comunica che la Giunta Comunale, nella seduta del 21 aprile 2016, udita la relazione verbale del Sindaco e dell'Assessore Toffali, ha ritenuto opportuno l'utilizzo urgente di prodotti fitosanitari sui marciapiedi per l'eliminazione di erbe infestanti, preso atto della inesistenza di un esplicito divieto in tal senso".
Ci permettiamo alcune osservazioni.
Il Decreto 22 gennaio 2014, Adozione del Piano di azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, al paragrafo A.5.6.1 - Utilizzo dei prodotti fitosanitari ad azione erbicida recita: "i trattamenti diserbanti sono vietati e sostituiti con metodi alternativi nelle zone frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, indicate al precedente paragrafo A.5.6 (parchi e giardini pubblici, campi sportivi, aree ricreative, cortili e aree verdi all'interno e confinanti con plessi scolastici, parchi gioco per bambini, superfici in prossimità di strutture sanitarie, piste ciclabili, zone di interesse storico-artistico e paesaggistico e loro pertinenze, aree monumentali e loro pertinenze, aree archeologiche e loro pertinenze, aree cimiteriali e loro aree di servizio)"
Sono numerosi i casi in cui la normativa è arrivata in grave ritardo rispetto alle conoscenze scientifiche permettendo che si verificassero innumerevoli e gravi danni alle persone e all'ambiente. Il principio di precauzione è stato formulato proprio per dare uno strumento di prevenzione alle Autorità sanitarie e politiche nei casi in cui esistono delle conoscenze tecnico scientifiche che, al di là della norma, consigliano comportamenti preventivi. L'applicazione di tale principio è auspicabile soprattutto quando sono praticabili alternative efficaci e prive di rischio, tanto più se il problema da affrontare non è di importanza esiziale: in questo caso si tratta di erba sui marciapiedi.
La discussione scientifica internazionale sul gliphosate si svolge intorno alla probabilità alta o bassa che sia cancerogeno: se cioè gli studi siano sufficienti a dimostrare il suo effetto cancerogeno o ancora insufficienti. Non si tratta insomma di sostanza certamente innocua.
Si legge nell'etichetta del Roundup, il più diffuso prodotto commerciale contenente glifosate: "Irritante – Pericoloso per l'ambiente. Rischio di gravi lesioni oculari. Tossico per gli organismi acquatici. Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico." Nemmeno il produttore quindi lo giudica innocuo.
Da cittadini siamo inoltre sbalorditi dal fatto che a fronte di una votazione unanime del Consiglio comunale su un tema riguardante la salute sella popolazione, pochi giorni dopo la Giunta assuma una decisione di segno totalmente opposto.
Ribadiamo infine l'urgenza di eliminare l'uso dei diserbanti nelle aree pubbliche, forti delle esperienze delle Amministrazioni comunali che hanno già deliberato in tal senso, e confermiamo la disponibilità a fornire le conoscenze tecnico scientifiche di cui siamo a conoscenza sia sui rischi per la salute e l'ambiente che sulle alternative disponibili.
dott. Flavio Coato
per le Associazioni:
ARI, A.ve.pro.bi, Cospe Veneto, Comitato Fumane Futura, Economia del bene comune Veneto, FIAB Amicidellabicicletta, Il Carpino, Isde Verona, Legambiente Verona, MAG, MDF, Movimento non Violento, Terra Viva, Valpolicella 2000
foto di G. Berzacola