Il WWF veronese ha spedito questa lettera ai sindaci dei comuni della fascia delle risorgive e al Presidente del Consorzio di Bonifica Veronese.
L'articolo 9 della Costituzione Italiana dice: <La Repubblica tutela il paesaggio ...>Le risorgive nella pianura padana - http://www.provincia.pd.it/uploads/Ambiente-Ecologia/pubblicazioni/risorgive-del-padovano/le-risorgive-sorgenti-caratteristiche.pdf
In provincia di Verona il paesaggio agrario della fascia delle risorgive era, fino agli anni 60 del secolo scorso, ancora caratterizzato in buona parte dalla cosiddetta "piantata padana" dove i seminativi erano intervallati da filari di alberi come gelsi, olmi, aceri, salici da vimini, ecc. Spesso questi alberi, che venivano capitozzati, servivano da sostegno vivo ai filari di viti. Si può dire che la campagna era ricoperta da un bosco diffuso che dava ospitalità ad innumerevoli specie vegetali e animali.
Le esigenze dell'agricoltura moderna hanno poi portato rapidamente alla totale eradicazione degli alberi all'interno dei campi coltivati, lasciandoli nelle fasce marginali e in particolare lungo le strade e i corsi d'acqua. Purtroppo, già a partire dagli anni 70, è cominciata, da noi, l'eliminazione di alberi e siepi anche da questi luoghi.
I motivi di questa evoluzione sono i seguenti:
- gli alberi ostacolano i lavori delle macchine agricole;
- fanno ombra alle colture agricole;
- lungo le strade sono fonti di pericolo;
- impediscono la manutenzione dei corsi d'acqua che oramai avviene solo con mezzi meccanici.
Il nostro territorio si è quindi appiattito e banalizzato e ormai rimangono, quasi ovunque, solo ampie distese di campi dove la vista è interrotta solamente da fabbricati e tralicci.
Dalla pianura veronese sono spariti anche i fiori, infatti le fresature lungo i bordi stradali e le rive dei fossi vengono ripetute più volte durante l'anno e questo impedisce a molte piante di fiorire o portare a maturazione i semi. Rimangono allora solo le specie che riescono a riprodursi molto rapidamente e sono diventati poco comuni perfino il tarassaco (pissacan) e i papaveri.
Naturalmente sono scomparsi, o si sono molto rarefatti, tutti quegli animali che in queste fasce di vegetazione trovavano il loro ambiente vitale e qui l'elenco sarebbe troppo lungo.
Purtroppo stiamo assistendo all'eliminazione anche degli ultimi filari che sopravvivono lungo alcuni fossi, anche se, in questa parte della provincia, i fiumi di risorgiva presentano rischi idrogeologici molto bassi e perciò non si dovrebbero desertificare le loro rive curandosi solo di attuare semplici gli interventi di manutenzione.
Allora cosa si può fare?
Pensiamo che si dovrebbe cambiare strada e vorremmo contribuire a salvare le ultime alberature rimaste e anche a ripristinare, almeno in parte, un paesaggio agreste più ricco e variegato dando alcune indicazioni.
- La vegetazione arborea dovrebbe essere mantenuta almeno su una sponda del corso d'acqua, oppure su entrambe le sponde in modo alternato.
- Gli alberi più rilevanti, per età, dimensioni o specie, dovrebbero essere comunque rispettati, perché il loro valore dipende anche dalla loro storia e da ciò che possono rappresentare.
- Dove gli alberi di alto fusto dovessero creare problemi per la sicurezza o di altro tipo si potrebbero far crescere arbusti e siepi.
- Il taglio della vegetazione erbacea dovrebbe essere fatto non più di una volta all'anno in un periodo adeguato per salvaguardare la nidificazione degli uccelli. Inoltre si dovrebbero usare degli strumenti che rispettino la cotica erbosa senza rimestare lo strato superficiale del terreno.
- Si dovrebbero creare gruppi di alberi e cespugli in tutti quei ritagli di terreno che si possono trovare un po' ovunque lungo i corsi d'acqua o rimangono sottoutilizzati
- Si potrebbero alberare le grandi aree che rimangono all'interno degli svincoli tra strade, autostrade e superstrade e che adesso vengono tenute a prato con costi di manutenzione spesso non indifferenti.
Chi governa il territorio dovrebbe preoccuparsi anche del suo aspetto e della possibilità di tutelare e far crescere la sua biodiversità. Vivere in un luogo bello, sano e piacevole è un valore che aumenta la qualità della vita e si dovrebbe cercare di preservarlo e anche migliorarlo!
Anche la "Pista ciclabile delle risorgive" che è in fase di realizzazione sarebbe più bella e invogliante se fosse fiancheggiata da qualche filare di alberi.
Siamo convinti che spesso è solo un po' di pigrizia che impedisce di cercare soluzioni alternative a quelle a cui si è abituati, ma spesso con poco ulteriore sforzo si riuscirebbero a trovare soluzioni che salvaguardano sia le ragioni della sicurezza e dell'efficienza che quelle dell'ambiente e del paesaggio senza accrescere di molto i costi economici.
L'associazione WWF Veronese è disponibile ad approfondire, con codeste amministrazioni, le considerazioni qui sopra riportate ed a collaborare con l'intento di rendere migliore il territorio che ci circonda.