OGGETTO: procedura di infrazione 2004/4926, Commissione c. Repubblica Italiana in tema di caccia in deroga. Diffida avverso approvazione di atti autorizzativi della caccia in deroga in Regione Veneto.
Al Presidente
della Giunta Regionale Veneto
Al Ministro dell'Ambiente
e della tutela del territorio e del mare
Spettabile Presidente Zaia,
le scriventi associazioni WWF Italia ong onlus, che sottoscrive anche in nome e per conto delle altre associazioni in intestazione, LIPU Birdlife Italia, LAC Lega per l'abolizione della caccia Onlus, LAV Lega Antivisezione onlus, LEGAMBIENTE Onlus, AMICI DELLA TERRA onlus, GAIA onlus, VAS Verdi Ambiente e Società onlus, GOL Gruppo Ornitologico Lombardo,
denunciano la possibile nuova, palese violazione della direttiva uccelli ai sensi dell'art. 9.1, che potrebbe essere operata dalla Regione Veneto che, stando a notizie riportate dalla stampa, si appresterebbe a promulgare, nei prossimi giorni, gli atti con cui si prevede l'apertura della caccia in deroga.
Come è noto, il Veneto si è già reso responsabile, nel recente passato, della violazione dell'art. 9 della direttiva 147/2009/UE, determinando così l'apertura della procedura di infrazione n. 2004/4926, sfociata nel giudizio C-164/09 nel cui ambito l'Italia è stata condannata con sentenza dell'11 novembre 2011.
L'Italia è infatti uno tra i pochi stati membri a non avere adeguato tuttora la propria normativa interna alla disciplina della c.d. direttiva uccelli 2009/147, CE in particolare per quanto concerne la disciplina della caccia in deroga.
Ciò è stato riconosciuto in Italia dalla stessa giurisdizione superiore amministrativa di ultima istanza (il Consiglio di Stato) che, da ultimo nella sentenza 23 febbraio 2009, n. 1054, ha disapplicato l'art. 19 bis della legge 157/92, in quanto in contrasto con la normativa comunitaria in tema di prelievo in deroga di specie protette, e sancito l'automatica riespansione del divieto d'ordine generale di caccia delle specie protette, di cui all'art. 5 della direttiva citata, che è stato sancito essere direttamente applicabile all'interno degli ordinamenti nazionali.
Lo stesso Commissario Europeo all'ambiente, Janez Potočnick, è intervenuto con una lettera inviata al sig. Ministro Clini, datata 25/05/2012, la quale si chiudeva con le testuali parole: "Alla luce di quanto precede, mi preme informarLa che, se per la prossima stagione venatoria 2012-2012 venissero adottate in Italia deroghe illegittime, e ove il Governo italiano non intervenisse in modo efficace e tempestivo per impedire che tali deroghe producano i loro effetti, la Commissione non avrà altra scelta che presentare un secondo ricorso dinanzi alla Corte UE proponendo l'imposizione di sanzioni pecuniarie contro la Repubblica italiana."
Di più, proprio in riferimento alle conseguenze derivate dalla condanna del nostro Paese scaturita dalla procedura d'infrazione n. 2004/4926, è da ricordare la lettera con la quale i servizi della Commissione UE, hanno fortemente censurato gli schemi di deliberazione, già predisposti dalla Regione Veneto, per l'attivazione delle deroghe per l'annata venatoria 2012/13. Lettera che, in data 20 luglio 2012, è stata trasmessa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche Europee – all'attenzione del Presidente Zaia e dell'Unità di Progetto caccia e pesca della regione Veneto.
La deroga (indifferentemente se ai sensi della lettera a, b o c dell'articolo 9.1) può essere concessa solo in assenza di "altre soluzioni soddisfacenti", nel rispetto delle dettagliate previsioni dell'articolo 9 della direttiva e, ancor più, nel rispetto dell'eccezionalità di tale strumento.
La deroga, insomma, non è un espediente per consentire un regime dissimulato di caccia ordinaria e non è, dunque, uno strumento attivabile con ordinarietà, consuetudine, regolarità.
Con la presente, dunque, si invita il Presidente della giunta regionale del Veneto, ad intervenire per sospendere l'approvazione di ogni atto che dovesse prevedere l'attivazione del regime di deroga per la stagione venatoria 2012/2013.
e si chiede infine al Ministro per l'Ambiente, ogni intervento necessario a scongiurare l'ennesima infrazione comunitaria fonte di grave danno all'ecosistema, all'erario e alla reputazione dello Stato Italiano mediante ogni utile iniziativa.
Venezia, 17 settembre 2012