Lega, PD ed ex PDL hanno votato compatti in Regione Veneto una leggina, la n. 20, che di fatto smantella la riserva integrale del Baldo ed apre la strada a nuovi impianti di risalita all'interno del SIC-ZPS.
Il progetto di legge di iniziativa dei consiglieri Andrea Bassi, Davide Bendinelli, Franco Bonfante, Bruno Cappon, Vittorino Cenci, Giancarlo Conta, Roberto Fasoli, Gustavo Franchetto, Massimo Giorgetti, Franco Manzato, Sandro Sandri, Paolo Tosato e Stefano Valdegamberi, relativo alla "Istituzione delle Riserve naturali regionali del Monte Baldo denominate ‘Lastoni-Selva Pezzi' e ‘Gardesana Orientale", è diventato legge il 17 luglio scorso.
In commissione la proposta di legge aveva ricevuto 38 voti favorevoli su 38, nessun contrario e nessun astenuto, nessun commento.
Il pretesto formale è stato quello di riconoscere a livello regionale uno stato di fatto esistente già dal 1971, quando il Ministero per l'Agricoltura e le Foreste costituì come riserve integrali nazionali la riserva ‘Lastoni-Selva Pezzi' e la riserva ‘Gardesana Orientale". Le stesse zone sono inserite anche nella Rete Natura 2000, in quanto fanno parte del SIC-ZPS IT 3210039. In particolare, come viene riconosciuto dagli stessi estensori della legge e come ha fatto osservare Giorgio Perazza in una recente intervista a L'Arena, la riserva Lastoni-Selva Pezzi è una degli ambiti di maggior interesse botanico e faunistico di tutto il Baldo. La riserva integrale "Gardesana Orientale" si affaccia sul Lago di Garda ed è "ricca di specie endemiche, di entità segnalate come rare o rarissime nella flora italiana e di piante comprese nell'elenco delle specie protette nella Regione Veneto".
Tutto questo era noto al mondo già dal 1500 e non aveva bisogno di alcuna conferma da parte della Regione Veneto.
Il vero scopo della legge 20 diventa chiaro all'art. 4, dove viene introdotta una nuova classificazione delle aree della riserva. Dove prima c'era un'unica classificazione di tutta la riserva, adesso troviamo due classificazioni diverse:
- zona A, con regime di riserva integrale;
- zona B, con regime di riserva regionale speciale.
Cosa vorrà mai dire la seconda dicitura?
Lo spiega l'art. 4 al punto 3: "è consentito l'esercizio degli sport a carattere non competitivo tipici delle aree montane", e al punto 4: "sono previsti gli interventi di recupero dei manufatti storici esistenti".
La gestione dell'area non è più di competenza del Ministero e del Corpo Forestale dello Stato, ma passa all'Azienda Regionale Veneto Agricoltura.
In parole povere, con la nuova legge sarà possibile costruire nuovi impianti di risalita ed anche ristrutturare vecchi (quanto vecchi non è detto) edifici.
Questi cambiamenti sostanziali del regime di tutela sono stati apportati senza uno studio che li giustificasse e senza una VINCA, nonostante il misfatto si consumi all'interno di un SIC-ZPS.
Chi pensava che il PD avesse uno spicchio d'anima verde dovrà ricredersi. L'anima del PD è grigia come quella della Lega e quella dei fuoriusciti dal PDL. Un'anima che punta tutto sul cemento e su un modello di sviluppo economico che non ha alcun riguardo per la conservazione e per la tutela dell'ambiente.
Gli Ecodem, anziché proporre "un'assemblea costituiva del circolo provinciale di Verona degli Ecologisti Democratici", farebbero bene a controllare l'operato dei loro consiglieri regionali e a farsi valere prima che il danno diventi irreparabile. Ma sappiamo bene che la politica dei due forni è uno dei pilastri della propaganda politica del PD, come prima dei DS e prima ancora del PCI.
Memento homo al momento del voto!
La cecità dei nostri politici, sia di destra che di sinistra, risulta ancora più evidente se si tiene conto che gli impianti in questione (Pra Alpesina) partono da una quota di 1450 metri per arrivare ai 1830 metri del crinale, quote che oramai non hanno alcuna probabilità di poter essere utilizzate per lo sci, se non per qualche giorno all'anno.
Il sogno di replicare sul Baldo i parchi dei divertimenti del basso lago è destinato a svanire con le prime piogge di gennaio.
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Progetto di legge n. 437: DL Proposta di legge