Tutti giurano che l'acqua del sindaco è la miglior acqua potabile che ci sia, però non la beve quasi nessuno. Cerchiamo di capire come sta la nostra acqua e come viene gestita dagli enti preposti.
Nel 2010 il fatturato all'ingrosso dell'acqua minerale in Italia superava i 3 miliardi con 12,5 milioni di litri prodotti. Gli addetti ai lavori definivano la situazione "un assestamento che segue un lungo periodo di straordinaria crescita". Infatti, dal 1985 al 2010 i consumi erano triplicati e negli ultimi 15 anni sono cresciuti di circa il 3% l'anno.Nel 2014, nonostante il referendum sull'acqua pubblica e le massicce campagne a favore dell'acqua del sindaco, le vendite complessive erano stimate intorno agli 12.550 milioni di litri, con una lieve crescita di circa 1% rispetto al 2013 ed un consumo pro-capite di 189 litri/anno. Si tenga conto che per le altre bevande analcoliche (bibite gassate e lisce, succhi e altre bevande frutta) i consumi a volume, nello stesso periodo, erano crollati di oltre il 5%.
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Negli ultimi anni sono apparse un po' ovunque le "casette dell'acqua", un business colossale che consiste nel rivendere l'acqua pubblica dopo averla, forse, filtrata e, a scelta, addizionata con anidride carbonica (CO2).
I filtri utilizzati nelle casette dell'acqua possono essere di tipo diverso e servono comunque a ripulire l'acqua da tutti quei residui che rendono il sapore meno gradevole: cloro, nitrati, nitriti, residui organici, inquinanti chimici, alogenuri (tetracloroetilene), organofosforici, residui di fitofarmaci, ecc.
Talvolta si tratta di filtri molto efficaci (carbonio attivo, raggi UV, ozono, argento, filtri a osmosi), che però hanno bisogno di continui controlli e di frequenti sostituzioni, altre volte si tratta di puri palliativi. I controlli sono demandati alla stessa ditta fornitrice delle casette, cosa che getta qualche dubbio sulla reale affidabilità dei controlli stessi: www.larena.it ...
Ora si tratta di capire perché milioni di persone preferiscano bere l'acqua minerale in bottiglia oppure l'acqua filtrata delle casette nonostante l'acqua dell'acquedotto pubblico sia ovunque pubblicizzata come la migliore acqua potabile del mondo.
Non è possibile qui fare un resoconto di tutti gli scandali scoppiati in Italia intorno alla gestione degli acquedotti pubblici e dell'acqua potabile. Ci limitiamo quindi alla provincia di Verona e cerchiamo di capire perché all'acqua del sindaco vengono nettamente preferite le acque imbottigliate o filtrate.
A Verona l'acquedotto pubblico è stato gestito da AGSM fino al 2006, quando è stata creata una società ad hoc. Acque Veronesi è stata costituita in data 27 gennaio 2006 allo scopo di ottenere l'affidamento in via diretta della gestione del Servizio Idrico Integrato nell'Ambito Territoriale Veronese. Acque Veronesi s.c.a r.l. è una società consortile a capitale interamente pubblico, cui ha aderito la quasi totalità dei Comuni dell'Area gestionale Veronese.
La nuova società ha ereditato da AGSM una rete di condutture ridotta ad un colabrodo. Si calcola che il 30% dell'acqua distribuita dalla rete pubblica vada persa. Non è mai esistito un piano di rifacimento della rete e si procede con riparazioni a macchia di leopardo inseguendo le rotture e le emergenze.
In realtà Acque Veronesi riesce a limitare la dispersione dell'acqua al 30% con un espediente molto semplice: ha diminuito la pressione nelle condutture e questo ovviamente diminuisce le perdite. Questa geniale iniziativa ha comportato alcuni inconvenienti:
- Nei piani alti (5° e 6°) dei palazzi nella zona sud di Verona spesso l'acqua non ha una pressione sufficiente per far accendere i bruciatori delle caldaie. Acque Veronesi si giustifica dicendo che la pressione va misurata in strada nel punto in cui il condominio si allaccia alla rete e che in quel punto la pressione è quella garantita da contratto.
- Nelle zone sommitali della collina capita, soprattutto in estate, di restare completamente senza acqua.
- La diminuita pressione nelle tubature interrate aumenta la probabilità di inquinamento dell'acqua potabile, data la contiguità della tubature dell'acqua con quelle delle fognature, entrambe collocate sotto il manto stradale.
Una certa percentuale di inquinanti è presente anche nei pozzi da cui viene pescata l'acqua potabile. Sono noti a tutti gli episodi recenti di inquinamento per atrazina, tetracloroetilene, pfas, come è risaputo che una certa percentuale di fitofarmaci e di nitrati/nitriti viene regolarmente rilevata nelle analisi sulle acque profonde.
Il pericolo è conosciuto e riconosciuto, tant'è vero che l'acqua viene sistematicamente clorata, cioè addizionata con cloro, che ha appunto la funzione di abbattere la carica batterica e la percentuali di nitrati presenti nell'acqua..
L'impiego di disinfettanti a base di cloro rende fortemente sconsigliabile l'utilizzo dell'acqua di rubinetto a fini alimentari, in quanto studi scientifici dimostrano una correlazione tra l'assunzione di acqua clorata e l'insorgenza di alcuni tipi di cancro (vescica, retto) e altri possibili rischi per la salute umana. Si è segnalato inoltre che le sostanze pericolose per l'uomo permangono anche dopo la bollitura dell'acqua del rubinetto clorata.
Dal sito di HIDROGEST SPA, che produce casette:
CHE TRATTAMENTI VENGONO FATTI PRIMA DELL'EROGAZIONE?
"Per rendere più gradevole al palato e più vicina ai gusti e alle abitudini dei consumatori, viene effettuato un processo di microfiltrazione dell'acqua, abbinato alla sterilizzazione a raggi ultravioletti. Il filtro composito è in grado di eliminare: il cloro (qualora questo venga immesso), odori, sapori e colori (qualora presenti). L'acqua viene resa inodore, insapore, incolore, così come deve essere e privata, appena prima dell'utilizzo, del cloro.
Il cloro ha un ruolo fondamentale nell'acqua potabile in quanto distrugge i batteri e garantisce l'assenza di carica batterica lungo tutta la rete di distribuzione. Per questo motivo diventa un vantaggio rimuoverlo appena prima dell'utilizzo, così come avviene nei distributori dell' acqua. Tramite una speciale lampada a raggi ultravioletti, viene sterilizzata l'acqua appena prima dell'erogazione. La composizione chimica non viene modificata e rimane quella della sorgente. L'acqua microfiltrata e sterilizzata viene refrigerata ed erogata, naturale o addizionata di anidride carbonica".
La responsabile del SIAN ULSS20, dottoressa LINDA CHIOFFI, così mi risponde alle domande sulle "Casette Dell'acqua":
"Tali unità distributive di acqua, come ribadito dal Ministero della Salute , sono assimilabili ad una "somministrazione di bevande" e i loro gestori sono pertanto "operatori del settore alimentare" con obbligo di rispettare la normativa in materia di igiene degli alimenti Reg. (CE) 852/2004, e di conseguenza avere procedure di autocontrollo con analisi dei rischi poiché l'acqua come ogni altro alimento può diventare un importante veicolo di contaminazione ed infezione".
E qui si chiude il cerchio. L'acqua potabile per la legge dello Stato Italiano, confermata dal referendum del 2011, dovrebbe essere pubblica, ma di fatto, a causa della pessima gestione degli acquedotti pubblici, è ormai quasi completamente privata, sia che la si acquisti in bottiglia al supermercato, sia che la si acquisti nelle casette dell'acqua.
Anzi, il grande successo delle casette dell'acqua è una ulteriore dimostrazione della pessima qualità dell'acqua che esce dai rubinetti delle nostre case.