Analizziamo l'andamento del pescato negli ultimi 100 anni, facendo riferimento ai più importanti cambiamenti intervenuti in questo periodo sulle rive e nelle acque del lago.

I pesci più pregiati (carpione, trota lacustre e anguilla) sono quasi scomparsi. Le altre specie sopravvivono solo grazie alle massicce "semine" artificiali. Per sarde e lavarelli il lago funge da bacino di allevamento.

Prima di tutto l'elenco delle specie presenti nel lago, limitandoci alle specie più importanti dal punto di vista ecologico, alimentare e commerciale:

Sarda di lago, Alosa, Alosa fallax. E' in fase di decremento per problemi legati a pesca eccessiva, artificializzazione delle rive e aumento del grado trofico delle ecque.
Trota lacustre
, Salmo trutta. La trota lacustre è in fase di gravissima riduzione.
Trota Iridea, Salmo gairdneri. Le prime semine di questo salmonide, di origine nord americana, sarebbero iniziate nel 1891. Non si riproduce nel lago e potrebbe rappresentare un pericolo per la sopravvivenza della trota lacustre.
Carpione, Salmo carpio. E' una specie endemica del lago di Garda la cui riproduzione avviene a grande profondità. Attualmente quasi introvabile.
Lavarello, Coregone, Coregonus sp. Ha subito una pesante riduzione alla fine del secolo scorso e sopravvive grazie alla continua immissione di avanotti.
Luccio, Esox lucinus. E'un carnivoro situato alla fine della catena alimentare e svolge una importante funzione di selezione. Anche il luccio è in gravissima riduzione.
Pesce gatto, Ictalarus melas. Di origine nord americana, è presente nel lago già dagli anni cinquanta con scarsi popolamenti.
Cavedano, Leuciscus cephalus cabeda. E' ricercato dai pescatori dilettanti.
Scardola
, Scardinius erytrophthalmus. Tipica degli ambienti compromessi, dove costituisce densi popolamenti e resiste bene all'eutrofizzazione.
Tinca, Tinca tinca. E' legato alla vegetazione delle rive e soffre la riduzione delle piante acquatiche e l'artificializzazione delle sponde. In fase di fortissima riduzione.
Barbo, Barbus barbus. Di nessun interesse commerciale.
Anguilla, Anquilla anquilla. La costruzione della diga di Salionze ha interrotto la rimonta da mare, impedendo il ripopolamento spontaneo. La popolazione di anguilla presente nel lago dipende dalla immissione effettuate a scopo di ripopolamento, dismesse negli ultimi anni per la presenza di diossina.
Alborella, Alburnus alburnus alborella. In forte espansione alla fine del secolo scorso e in fortissima riduzione ai giorni nostri.
Carpa, Cyprinus carpio. Preferisce le acque basse e calde, è stato a lungo oggetto di ripopolamento.
Bottatrice, Lota lota. Immessa artificialmente, attualmente è quasi scomparsa.
Pesce Persico, Perca fluviatilis. Immesso artificialmente e oggetto di ripopolamenti, fu pescato assiduamente negli anni cinquanta e sessanta. Crollo della popolazione negli anni settanta e tentativi successivi di nuove immissioni con scarsi risultati.

Produzione ittica del lago di Garda in tonnellate a inizio secolo, anni 20, anni 50, anni 60, anni 70.
(Enzo Oppi, Ricerche sui pesci del lago di Garda)
Trota:……… 30 - 20 - 8 - 9 – 2…..…………picco 28 t 1887
Carpione:….20 - 15 - 20 – 25 – 3……..…...picco 46,2 t 1956
Coregone:….0 - 1 – 50 – 100 – 70…………picco 142,5 t 1965
Alosa:……….60 – 15 – 50 – 300 – 220..….picco 325,7 t 1966
Alborella:…..150 – 90 – 50 – 200 – 90…….picco 271,8 t 1961
Luccio:………18 – 30 – 50 – 10 – 15……….picco 69,8 t 1939
Anguilla:……50 – 40 – 50 – 40 – 50………..picco 61,6 t 1960
Tinca:………..25 – 11 – 30 – 20 – 15……….picco 46,9 t 1959
Persico:………0 - 0 – 15 – 25 – 20………….picco 33,5 t 1957
Altri:………….40 – 250 – 70 – 80 – 90……..picco 293,5 t 1929
Totale:……...330 – 480 – 400 – 650 – 600...picco 688 t 1966

Per quanto riguarda il periodo 1988 - 2010 vedi scheda elaborata da Ivano Confortini (foto 2)
Per confrontare i dati di Confortini con quelli di Oppi bisogna tenere presente che Confortini espone i dati in quintali, mentre Oppi in tonnellate. 1 tonnellata = 10 quintali, quindi i 3929 quintali totali finali di Confortini equivalgono a 392,9 tonnellate.

Date importanti:
- Anni '20 e '30 (e successivi) del secolo scorso. Lavori di regimentazione del Sarca e del Mincio.
- Nei primi decenni del 1900 sono stati realizzati anche i porti, i pontili e le passeggiate lungo lago dei paesi rivieraschi sia sulla sponda veronese che su quella bresciana con impiego massiccio di pietra e calcestruzzo ed eliminazione dei canneti preesistenti.
- Anni '30. Realizzazione della strada gardesana orientale lungo la riva del lago. La vecchia strada era tracciata più a monte e a tratti non permetteva la vista diretta del lago.
- 1939-1959. Inizio lavori ed inaugurazione del canale scolmatore che collega l'Adige con il lago di Garda. Ha un diametro di 7 metri e può scaricare fino a 500 m3 di acqua al secondo. Fra il 1959 ed oggi è stato utilizzato almeno 12 volte.
- 1960. Entra in funzione la diga di Salionze sul fiume Mincio.
- 1974. Viene costituito il Consorzio Garda Uno che realizzerà il primo collettore fognario del lago di Garda, che entrerà in funzione verso la fine degli anni '80. Di fatto la realizzazione del collettore stravolse completamente la conformazione del bordo lacustre, sia con manufatti tecnici (scaricatori di piena, pompe di sollevamento) che vennero a invadere le spiagge, e in alcuni casi ne crearono di nuove, sia con la realizzazione di una "passeggiata a lago" realizzata per coprire le tubazioni a bordo acqua, che nulla aveva a che fare con l'andamento consolidato delle rive.

Non è sempre facile stabile un rapporto diretto fra questi interventi e il crollo della capacità riproduttiva di quasi tutte le specie ittiche tipiche del nostro lago (vedi foto 3-4-5). Sta di fatto che, se non fosse per i continui e massicci ripopolamenti artificiali, il Lago di Garda sarebbe quasi del tutto orbo (privo, sprovvisto) delle specie ecologicamente ed economicamente più interessanti.

Il solo impianto ittiogenico sperimentale di Bardolino è in grado di produrre ogni anno:
(Convegno Torri del Benaco 11 novembre 2016. Relatore Ivano Confortini, Provincia di Verona).
15 milioni di larve di lavarello;
500.000 larve di luccio;
20.000 carpioni e trote lacustri di 4/6 cm;
30.000 lavarelli di 4/6 cm;
20.000 pesci persici di 3/4 cm;
5.000 lucci di 2/3 cm;
10.000 cavedani di 3/4 cm.

GARGNANOSeminati nelle acque di Gargnano 1.100 esemplari di carpione. Una semina quasi simbolica, ma è un primo passo verso la salvaguardia della specie a rischio estinzione. Se fino agli anni Settanta se ne pescava in gran quantità nelle acque più profonde del Benaco, oggi il carpione è praticamente introvabile. Solo casualmente, di tanto in tanto, un esemplare incappa nelle reti.La specie, insomma, è in forte contrazione, tanto che, dal 2006, è considerato ‘in pericolo critico', secondo la classificazione Iucn, l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (leggi qui www.iucn.it/scheda).
MALCESINE- Sabato scorso venticinquemila avannotti sono stati gettati nelle acque antistanti la costa mélsinea, precisamente in sette-otto punti nel tratto che va da Val di Sogno a Navene.Il club di pescatori ha approfittato dell'iniziativa da parte dei comuni di Garda e di Bardolino, che appunto seminavano il salmonide, per fare altrettanto.Gli esemplari di una grandezza che va dai 9 ai 12 centimetri di lunghezza sono stati distribuiti su otto barche a motore e riversati poi in acqua.
LA TROTA- Si riproduceva da Dicembre a Gennaio per il 90 % nel Sarca e per il 10 % nel Mincio e nel Toscolano, oggi nel Garda non può più riprodursi poiché le centrali idroelettriche costruite agli inizi del secolo regolano il livello dei fiumi in modo incompatibile con la schiusa delle uova. L'unica alternativa possibile è quindi seminare avanotti in quantità simile ai secoli scorsi. La media di semine di avanotti di trota agli inizi del Novecento era di 2 milioni ogni anno nonostante esistesse allora la riproduzione naturale.
MADERNO - l'Unione Pescatori ha "seminato" ben 450 kg di trota Fario, tutti esemplari tra i 14 e i 18 cm di lunghezza, grazie a una raccolta fondi in particolare degli associati di Manerba e dei cugini veronesi di Torri.
BARDOLINO - L'operazione effettuata dall'associazione Pesca Sportiva Bardolino che ha in gestione il centro ittiogenico, l'unico presente sulla sponda veronese del Garda, ha visto il rilascio sulla riva di circa dieci milioni e mezzo di avannotti (pesci appena nati) di lavarello.

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