Sabato 18 ottobre, dalle 9.30 alle 12.30, presso l'ostello di Gorgusello, Cerchio contadino sulla consapevolezza "Contadini che contano", organizzato dai produttori biologici di Antica Terra Gentile.
I Monti Lesssini sono ancora costellati di antiche contrade di pietra, sottovento. Costituiscono un paesaggio unico nel complesso della macroregione alpina. Si osserva una concezione umana, sobria, essenziale, funzionale, devota più ai cippi della Pietà o della Sacra Famiglia che ai grandi edifici di culto, così come mancano assolutamente, monumentali edifici civili.Una società rurale armonica alle risorse del territorio e resa uguale in questa relazione, così come capace di sentire il Diritto verso quei beni, strade, fontane, scarpate, boschi, pozze, regole di malga, reputati comuni.
La montagna italiana oggi, può diventare un grande laboratorio della qualità della vita. Un'oasi di serenità per tanti giovani che possano inventarsi le forme migliori affinché il valore del loro lavoro non sia marionetta dello svilimento. Dove si trovano persone dignitose anche gli eventuali investitori si selezionano su progetti dignitosi, durevoli e affidabili per contare su persone leali.
La montagna però, è appetita coi suoi disagi che sono anche costi (si pensi all'inverno che però può diventare occasione) perché se riesce a dare un poco di autonomia, riesce a dare un grande pezzo di libertà, libertà dai bisogni, una condizione che la nostra Carta Costituzionale Repubblicana presuppone fra le righe degli articoli, necessaria per il libero concorso dei cittadini alle scelte politiche del paese: altrimenti si cerca l'uomo del destino.
La nazione strabocca di risorse, risorse umane e spesso di una cultura media come raramente si era visto nella recente storia d'Italia anche se l'analfabetismo di ritorno e l'abbandono scolastico stanno marciando paralleli alla crisi economica. Un insegnante disoccupato ad esempio può, ricostituire un segno sui monti, salvando una piccola scuola, facendo risparmiare alla retribuzione prevista dal ministero competente all'istruzione, quella quota che i provvedimenti, nazionali ed europei per la montagna, stabiliscono. Si dirà, una scuola per pochi!
Allora iniziamo a vedere cosa si chiede alla ruralità di questi pochi rimasti sui monti.
Si chiede la vigilanza sul sistema idrogeologico, si chiede la custodia e la valorizzazione del paesaggio agrario, elemento riconosciuto principe dell'identità europea. Si confida sul ruolo sociale della famiglia contadina, si affida ai contadini la sovranità alimentare degli individui e delle nazioni.
Sovranità alimentare ora riconosciuta fra i diritti fondamentali dell'uomo. Si ricorre a loro per la biodiversità vegetale e animale. Non è tutto ma non è poco se si fa mente locale ai dettagli.
"Contadini che contano" sono coloro che sentono pulsare nel petto questa responsabilità. Prendere atto, diventare consapevoli dell'onere lasciato sulle spalle e dell'onore meritevole nel corrispondere a questo. L'onorevole contributo dei contadini di montagna a una visione del futuro che possa affascinare tanta gioventù italiana.
La montagna non può pretendere di essere la soluzione di tutto. Può però, ad esempio, tornando a impossessarsi dei propri valori culturali, giusto che il Protocollo per l'agricoltura di montagna della Convenzione delle Alpi prevede il rispetto e il ripristino dei modi tradizionali di produzione, riscoprire la mano (la testa) artigiana della cesteria per le forme di cacio.
Si dirà che la plastica per l'igiene… L' igiene mentale di far morire decine e decine di secoli di storia antropologica alpina ha così posto delle domande a cui il citato Protocollo tenta di essere una risposta.
"Contadini che contano" sanno assumersi la responsabilità dei propri orizzonti, cioè definire e non subire le regole. Più che posti di lavoro, la montagna può permettere il lavoro e l' autonomia: il contadino ha rimesso il cappello sulla testa.
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Nella foto: Grotta de la Botesela