Le baruffe gardesane sul livello ottimale del lago sono l'emblema della scarsa competenza in materia ambientale dei politici che governano questo delicatissimo territorio.
Sempre più spesso pretendiamo di mettere sotto controllo la natura senza neppure averla prima studiata.
Per misurare il livello di un lago (livello idrometrico), bisogna prima stabilire una quota di riferimento, che si chiama zero idrometrico. Per il lago di Garda questa quota è stata fissata a 64.027 m. sul livello del mare e viene misurata a Peschiera del Garda. Quindi la quota del pelo libero dell'acqua del lago oscilla intorno ai 64 m sul livello del mare.Durante il secolo scorso sono state costruite una serie di opere idrauliche aventi lo scopo di controllare il livello dell'acqua nel lago di Garda: a sud la diga di Salionze sul Mincio, a nord alcuni invasi idroelettrici sul Sarca e il canale scolmatore, che permette di scaricare le acque dell'Adige nel lago di Garda a Torbole. Con queste opere il livello del lago è stato regimentato, cioè messo sotto il controllo dall'uomo, che può decidere quanto far salire o scendere il livello dell'acqua nel lago azionando gli sbarramenti artificiali a nord e a sud del lago.
Molto interessante questa pubblicazione: I livelli e i paleo-livelli idrometrici del Lago di Garda.
http://www.geoalp.eu/PDF/Livelli_del_Garda.pdf
"Il livello del lago di Garda è determinato da oscillazioni naturali e da regolazioni antropiche. Le prime sono conseguenza degli afflussi meteorici, delle portate dei fiumi e torrenti immissari, dei quali il maggiore è il fiume Sarca. Il livello del lago viene inoltre regolato artificialmente, soprattutto tramite la regimazione dei deflussi dell'emissario fiume Mincio.
Una deliberazione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (n. 55 del 11/03/1965) fissò, rispetto allo zero idrometrico di Peschiera d/G, i seguenti livelli di regolazione: -massimo nel mese di aprile 140 cm (eccezionale 175 cm); -massimo primaverile-estivo (maggio-agosto) 135 cm; -massimo estivo-autunnale (settembre-dicembre) 70 cm; -minimo 15 cm (eccezionale -5 cm).
Nel settembre 2013 in seguito ad accordi fra regioni e province ripariali ed enti di gestione delle risorse idriche, è stato concordato un documento che prevede una fase di gestione sperimentale dei livelli, in deroga ai valori fissati nel 1965, per una durata di almeno cinque anni, sulla base di un modello previsionale da sviluppare sulla base delle stime dello scioglimento delle coperture nevose.
Un livello massimo del Garda, non influenzato dallo scolmatore Adige -Garda, è testimoniato da un cippo al porto vecchio di Desenzano, collocato presso un vecchio idrometro costituito da una graduazione segnata su una lastra di marmo (figura8), che indica in data 2 luglio 1879 un livello del lago di 216 cm sullo zero.Cronache ancora più antiche forniscono altre informazioni, meno precise. Guerrini (1929) nella sua raccolta di antiche notizie, riporta di piene del Garda, senza indicazioni sui livelli, che portarono alla inondazione dell'abitato di Desenzano, occorse nel 1673 e nel 1746".
Oltre alle opere idrauliche sopra citate, nel secolo scorso sono state realizzate molte importanti opere sulle rive del lago, sia pubbliche che private. Fino alla fine del 1800 le rive del lago furono lasciate in pace, un po' perché la pressione turistica doveva ancora farsi sentire e un po' perchè i Gardesani sapevano bene che costruire troppo vicino alle rive poteva essere o inutile o pericoloso, conoscendo bene gli effetti devastanti delle tempeste che da sempre si scatenano sul lago.
L'aumento della richiesta turistica e la progressiva regimentazione delle acque hanno spinto gli insediamenti umani sempre più vicini alle rive. Nuove strade, ristoranti, alberghi, prime case, seconde case, terze case, lottizzazioni, campeggi, passeggiate, porti, porticcioli e quant'altro si può costruire con materiali edilizi.
La legge italiana impone una fascia di rispetto dalla riva dei laghi e dei fiumi, ma sono i Comuni i primi a non rispettare questa fascia di rispetto, costruendo strade, piste ciclabili e passeggiate perfino oltre il bordo estremo della riva. Le deroghe e le sanatorie concesse agli stabilimenti balneari e ai campeggi hanno fatto si che molti tratti della riva del lago di Garda oggi non siano più raggiungibili né percorribili.
Questo continuo avanzamento delle costruzioni verso la riva ha comportato anche la progressiva distruzione dei canneti, un po' perché sono stati sistematicamente maltrattati (fuoco e tagli indiscriminati), un po' perché sono stati seppelliti con tonnellate di sabbia di cava, un po' perché hanno bisogno di un tratto di riva libero per sopravvivere. La scomparsa dei canneti ha comportato anche una forte riduzione di pesci, uccelli, anatidi e anseriformi, che hanno bisogno di questo particolare habitat per sopravvivere e per riprodursi.
Detto questo, i temporali sul lago ci sono sempre stati, con barche strappate dagli ormeggi e sbattute sulle rive, macchine e campeggi distrutti dalla tempesta, paesi allagati e lungolago spazzati via dalle onde. Più si cementificano le rive e più viene potenziato l'impatto delle onde e del vento. Non per niente un tempo si consigliava ai naviganti sorpresi dal temporale di guadagnare la riva e di ripararsi fra i canneti, che avevano una grande capacità di assorbire e di smorzare il moto ondoso.
E' ridicolo pensare che qualche centimetro di acqua in più o in meno basti a ridurre i rischi provocati dai temporali. Le condizioni ambientali del bacino del Garda sono molto complesse e i fattori da tenere in considerazione sono molteplici e talvolta anche contrastanti. Si pensi al rischio alluvioni da una parte e agli effetti dell'apertura dello scolmatore sul lago dall'altra.
Da mesi assistiamo ad una pietosa sceneggiata, trasmessa a puntate sui quotidiani locali, in cui alcuni personaggi poco credibili lanciano anatemi contro nemici improbabili e si ergono a paladini di un lago che loro stessi hanno ridotto alle condizioni attuali.
AGS da una parte, Autorità di bacino dall'altra, sindaci veronesi contro sindaci mantovani, Provincia di Verona contro Provincia di Trento, una baruffa di tutti contro tutti in cui il motivo del contendere risulta spesso incomprensibile.
L'Arena di ieri ci informa che AIPO ha "comunicato la disponibilità a stanziare fino a 650 mila euro per studi scientifici per redigere un modello idrologico da cui partire per definire una gestione dei livelli del Garda". Davvero strano che dal 2013 ad oggi nessuno si sia preoccupato di studiare seriamente le condizioni del lago, nonostante questi studi fossero previsti e finanziati!
Ma il protagonista della sceneggiata, fra una battuta amena e l'altra, riesce anche a confessarsi: "Abbiamo sottolineato che è inaccettabile che il Garda sia ridotto a un bacino artificiale al servizio degli agricoltori mantovani", ha detto a margine dell'incontro il presidente di Ags Cresco, che poi continua: "Fino a quando non sarà costruito un nuovo collettore, superando il livello di 120 centimetri le tubature di cemento imbarcano acque parassite agevolando la fuoriuscita di reflui, inaccettabile per un lago che è anche bacino di acqua potabile".
Con queste parole il presidente di AGS da un lato riconosce che il collettore ha continuato a spargere fino ad oggi ingenti quantità di liquami fognari nel lago attraverso gli sfioratori e dall'altro si dà la zappa sui piedi, visto che lui stesso ha recentemente proposto di riposizionare il nuovo collettore sulle rive del lago, anzichè sotto la strada gardesana.