L'altopiano della Lessinia ha delle caratteristiche che si presterebbero per una promozione turistica di buona scala e di buon livello, ma si è preferito chiudersi nella difesa di privilegi insostenibili. Invece di sfruttare la presenza dei lupi si è preferito fare la guerra ai lupi. Invece di modificare l'offerta turistica in seguito all'aumento della tempeturatura si è preferito investire su nuovi impianti di risalita. Invece di puntare sui percorsi naturalistici si è investito sull'asfalto e sul cemento.
Si lamenta la fuga dei giovani dalla Lessinia, ma non si arriva a capire che un reale rilancio dell'offerta turistica dell'altopiano lessinico richiede un profondo cambio di mentalità da parte degli operatori e degli amministratori.Va benissimo puntare sulla produzione di latte, ricotta, formaggi, patate, castagne, ciliege, galline rosse e grise, pecore brogne, cereali e farine biologiche, fieno di montagna. Meno bene i frutti di bosco, che hanno bisogno di acqua che non c'è e di impianti molto impattanti (vedi Maregge). Peggio ancora i suini, che già in passato hanno creato gravissimi problemi con lo sversamento dei liquami in val Squaranto. Va anche tenuto presente che i pascoli d'alta quota negli ultimi anni hanno subito uno sfruttamento sconsiderato e presentano spesso una condizione di grave degrado con l'invasione di numerose specie infestanti, alcune di origine alloctona, come il Senecio inaequidens. Sull'Altopiano di Asiago vengono praticate da anni delle azioni di miglioramento dei pascoli utilizzando l'assegnazione regionale a valere sulla L.R. 2/94 artt. 20-21-22, attraverso la quale si finanzia "la pulizia dei pascoli e prato-pascoli dando rilevanza alla lotta alle infestanti ed al riassetto della viabilità rurale ad uso pubblico e silvo-pastorale".
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(Perché non impiegare le centinaia di immigrati che ospitiamo col denaro pubblico nelle varie strutture per interventi di questo tipo?)
Bisogna fare i conti anche con i danni prodotti dai cinghiali di grossa taglia importati nella nostra provincia dai cacciatori, cinghiali che ormai hanno invaso tutto l'altopiano lessinico. Anche gli altri ungulati hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione ed esiste un problema di contenimento sul quale torneremo successivamente.
Oltre all'agricoltura e all'allevamento si potrebbero sfruttare le centinaia di chilometri di percorsi e sentieri che attraversano l'altopiano e che scendono nelle valli: in val d'Adige dal Pastello e dal Corno, da Castelberto a Sdruzzinà per poi salire da Ala per la Valbona e scendere nella val dei Ronchi per il vaio delle Miniere, per poi risalire al Pertica e di qui al Malera, a San Giorgio, ai Parpari, a Velo e a Selva di Progno. Ci sono innumerevoli percorsi per mountain bike senza bisogno di asfaltare nuove strade, come si è fatto in passato.
L'ambiente è splendido sia in estate che in inverno. Nelle stagioni intermedie è forse ancora più bello. La ricchezza di specie vegetali, di uccelli e di animali selvatici ne fanno un Parco di grande interesse per qualsiasi appassionato naturalista. Ci sono milioni di turisti in tutto il mondo interessati a questo tipo di offerta. L'arrivo del lupo ha rappresentato, da questo punto di vista, una grande opportunità, ma anziché sfruttarla in maniera intelligente i politici locali e le associazioni degli allevatori hanno preferito scatenare una becera campagna di disinformazione che ha prodotto solo un ulteriore isolamento della montagna veronese dal resto del mondo.
Abbiamo affrontato più volte questo argomento:
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Oltretutto la presenza dei lupi ha una importante funzione di contenimento degli ungulati (cinghiali, camosci, caprioli), che in questa maniera vengono naturalmente contenuti e selezionati. La funzione ecologica del lupo è esattamente questa: predare e quindi selezionare e contenere le specie selvatiche presenti nel territorio.
Da questo punto di vista il comportamento degli allevatori della Lessinia, che si sono fino ad ora rifiutati di utilizzare tutti gli strumenti di dissuasione messi gratuitamente a loro disposizione dal progetto Life Wolf Alps attraverso la Regione Veneto, è stato di una gravità incredibile, perchè ha abituato i lupi a predare senza alcun rischio le manze al pascolo. Più passa il tempo e più diventerà difficile tenere i lupi lontani dalle manze. Sarebbe stato molto più semplice mettere in atto fin dal 2013 tutte le azioni di dissuasione a disposizione: i lupi avrebbero incontrato delle difficoltà a predare manze e vitelli e si sarebbero fin dall'inizio rivolti ad altre prede.
Il punto cruciale è proprio questo: per rilanciare i Monti Lessini c'è bisogno di un salto di qualità da parte di tutti: montanari, operatori turistici, politici e amministratori.
Bisogna costruire un sistema produttivo (bovini, ovini, latte, formaggi, orto-frutta) di alta qualità collegato ad un efficiente sistema distributivo. Bisogna mettere in piedi un sistema di accoglienza nuovo, rivolto ai turisti stranieri, per permanenze brevi, associato con una grande disponibilità di guide naturalistiche, funzionante durante tutto l'anno. Bisogna imparare a conoscere il territorio e per conoscerlo bisogna studiarlo e poi spiegarlo agli ospiti.
La Comunità Montana della Lessinia è ridotta al lumicino, la Provincia di Verona non ha fondi per promuovere il territorio, la Regione è lontana e sorda ai richiami dei monti veronesi. Eppure da 20 anni su queste montagne si svolge con ottimi risultati il Film Festival della Lessinia, si organizzano ottimi spettacoli e concerti, Alessandro Anderloni ed altri appassionati studiosi hanno saputo proporre in maniera eccellente la storia e le tradizioni dei Monti Lessini, le guide accompagnano ogni anno migliaia di turisti e di scolaresche a visitare questo interessante territorio.
Sta ai montanari della Lessinia scegliere fra questa strada e quella infaustamente praticata negli ultimi anni da politici ed allevatori.